Attualità

La nuova resilienza e il potere del cambiamento

Pensieri, parole, opere… e opinioni

La frase “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” da Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa contiene una riflessione profonda sulle dinamiche del potere, del cambiamento e della conservazione delle tradizioni nelle società in trasformazione.
Da un lato, questo aforisma suggerisce una certa dose di cinismo e realismo politico: la consapevolezza che, nonostante il desiderio di mantenere lo status quo, il mondo intorno è destinato a cambiare per molteplici fattori, tra cui le forze sociali, politiche ed economiche in gioco, così come l’evoluzione naturale della storia e della cultura.
D’altro canto, la frase riflette un certo pragmatismo nella gestione del potere. Significa che per preservare i privilegi e l’influenza, spesso è necessario adattarsi e persino promuovere il cambiamento, anche se solo superficialmente, includendo magari concessioni simboliche o riforme apparenti che, in realtà, mantengono intatto il nucleo del potere e dei privilegi.
In un contesto più ampio, questo passaggio offre una visione generale delle dinamiche del cambiamento sociale e politico. Indica che il mutamento non è necessariamente una forza distruttiva, ma può anche essere un mezzo per preservare e rafforzare le istituzioni esistenti, adattandole alle esigenze e alle aspettative in evoluzione della società.
È questa la ragione per cui questo specifico (e abusatissimo) passo de Il Gattopardo, che offre una profonda meditazione sulla natura umana, sul potere e sulla continua tensione tra conservazione e cambiamento nelle società in costante evoluzione, è di sempiterna attualità e ben si adatta anche alle dinamiche della società globalizzata contemporanea.
Nella nostra società, caratterizzata da rapidi cambiamenti economici, tecnologici, sociali e culturali, la necessità di adattamento e cambiamento è infatti fondamentale per mantenere la stabilità e il progresso, elementi che garantiscono alla massima enunciata da Tancredi Falconeri un’applicabilità praticamente universale.
Nel settore dell’economia e del mercato del lavoro, infatti, la necessità delle aziende di adattarsi costantemente ai cambiamenti per rimanere competitive comporta novità nella produzione, nell’offerta di prodotti e servizi e nelle strategie di promozione. Allo stesso tempo, i lavoratori devono essere flessibili e in continua formazione per adattarsi alle richieste del mercato del lavoro in evoluzione.
Da qui è facile comprendere come l’adattabilità possa essere richiesta all’ambito culturale e sociali, nel quale la globalizzazione porta con sé l’interconnessione e lo scambio culturale tra diverse comunità ridefinendo le identità culturali e i valori sociali e richiedendo conseguentemente un adattamento da parte delle società per incorporare nuove influenze e prospettive con tutte le recalcitranze ideologiche populiste che abbiamo ormai imparato a conoscere che ne derivano.
Nel nostro mondo globalizzato, poi, le sfide ambientali sono sempre più urgenti e complesse e la necessità di affrontare il cambiamento climatico e proteggere l’ambiente ha richiesto anche qui un cambiamento significativo nei modelli di produzione e consumo, così come nei comportamenti individuali e collettivi.
Ultimo, ma non per importanza, il campo della tecnologia e dell’innovazione, in cui il rapido progresso tecnologico ha un impatto significativo sulla società contemporanea, richiedendo nuovi modi di fare le cose, obbligando le aziende ad abbracciare l’innovazione per rimanere rilevanti mentre i singoli individui devono essere pronti ad adottare nuove tecnologie e competenze digitali per partecipare pienamente alla società.
In questo contesto, il passo de Il Gattopardo suggerisce che per preservare gli equilibri e affrontare le sfide della società contemporanea globalizzata è necessario essere pronti a cambiare e adattarsi, anche se ciò potrebbe implicare una revisione delle tradizioni e delle strutture esistenti. La stabilità può essere garantita solo attraverso un costante processo di adattamento e rinnovamento, pur mantenendo i valori fondamentali e gli obiettivi comuni, e proprio nel rispetto di questa massima si incasella anche la necessità di rinnovamento che ci ha imposto di ri-fondare la testata che avete imparato a conoscere negli ultimi anni e a presentarvi, negli scorsi giorni, in una veste grafica leggermente rivista, una piattaforma che possiede tantissimi punti di contatto con quella che l’ha preceduta ma sotto il cofano della quale sta cominciando a entrare a regime un motore molto differente, se vogliamo più sostenibile e, ci auguriamo, efficiente nel tenervi costantemente aggiornati sulle ultime notizie che giungono dal territorio.
Non è questa la sede per entrare nel dettaglio di questi cambiamenti. L’occhio allenato dei nostri lettori più fedeli saprà cogliere presto le sfumature cui faccio riferimento e, da qui a pochi mesi, sarà chiaro perché una massima attribuita a un personaggio vissuto 163 anni fa ci abbia guidato nella stesura di questo nuovo capitolo della nostra storia.

Foto: Il Gattopardo di Luchino Visconti, blu ray del film, Pubblico dominio

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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