Costume e Società

Polemiche e nostalgie: perché i Linkin Park sono più importanti di conflitti e ingiustizie

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Dalle vicende piccanti che hanno portato a un cambio al vertice del Ministero della Cultura, alle polemiche sulla raccolta fondi per Alfredo De Marco, passando per la controversa interpretazione della lingua italiana da parte del generale Roberto Vannacci e l’incendio che hanno colpito l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico di San Leo, non mancano gli argomenti di discussione in questo piovoso lunedì di settembre. A questi fatti italiani si potrebbero aggiungere i sempre presenti temi internazionali, come il conflitto russo-ucraino o le continue atrocità sul fronte israelo-palestinese, che passano inosservate agli occhi della comunità internazionale. Inoltre, meriterebbe una riflessione anche l’anniversario delle catastrofi che, esattamente un anno fa, hanno segnato indelebilmente la storia di Libia e Marocco, con l’alluvione e il terremoto che hanno devastato questi due paesi del Nord Africa.
Tuttavia, l’attenzione della generazione comunemente definita Millennial è stata completamente catturata, nel fine settimana, da un evento più mondano, che in poche ore ha dominato le conversazioni online in tutto il mondo: il ritorno dei Linkin Park.
Il gruppo di alternative rock nato a Los Angeles nel 1996 ha lasciato un segno profondo su un’intera generazione. Il loro album di debutto, Hybrid Theory, uscito all’inizio del nuovo millennio, ha rivoluzionato l’immagine del rock, sfidando i puristi del genere, che disprezzavano la fusione di sonorità diverse. Con ritmi innovativi e testi che trattavano temi cari all’adolescenza (come solitudine, salute mentale, disagio sociale e difficoltà nei rapporti interpersonali) i Linkin Park hanno dato voce a chi si sentiva emarginato, contribuendo a un successo esplosivo che li ha posizionati tra i giganti della musica mondiale.
Nel corso della propria carriera, il gruppo ha guadagnato e perso fan, ma grazie ai testi di Mike Shinoda e alla voce inconfondibile di Chester Bennington, sono sempre riusciti a toccare le corde più intime di chi si sentiva fuori posto. Questo ha fatto dei Linkin Park un rifugio per un’intera generazione di persone insicure, che attraverso la loro musica hanno trovato un modo per affrontare le proprie vulnerabilità e, in alcuni casi, persino raggiungere la realizzazione personale.
Il tragico suicidio di Bennington nel 2017, dovuto a una storia personale di dolore e difficoltà, ha sconvolto il gruppo e i fan, segnando una fine improvvisa e dolorosa. I membri del gruppo, legati da un’amicizia profonda, decisero di interrompere le attività, lasciando milioni di fan in uno stato di disperazione. Coloro che avevano trovato conforto nella loro musica dovettero affrontare un ulteriore trauma, rifugiandosi nei vecchi brani per rivivere le emozioni del passato. Tuttavia, la storia del gruppo sembrava incompleta, e molti fan chiedevano a gran voce un ritorno alle radici emotive che avevano tanto amato.
Nel periodo di pausa, alcuni inediti e sporadiche apparizioni in memoria di Bennington hanno mantenuto vivo l’interesse, culminando con l’annuncio di un concerto che avrebbe rivelato importanti novità. Durante l’evento, tenutosi venerdì scorso, il gruppo ha sorpreso tutti con un nuovo singolo interpretato da Shinoda e dalla nuova cantante, Emily Armstrong. Il brano ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo, con l’annuncio di un album intitolato From Zero, previsto per novembre. Sebbene la mancanza della voce di Bennington si faccia sentire, Armstrong ha saputo interpretare i brani con una grinta e una passione che si adattano perfettamente allo stile e ai temi cari al gruppo, come la tossicità nelle relazioni al centro del nuovo singolo.
Il ritorno del gruppo ha ovviamente diviso i fan. Ma mentre alcuni hanno celebrato questo nuovo capitolo, altri non si sono limitati solo a esprimere delusione, ma hanno anzi preteso che i Linkin Park ritirassero il marchio perché, se rifondazione doveva esserci, avrebbe dovuto essere un eterno ritorno dell’uguale come teorizzato da Friedrich Nietzsche, altrimenti il cambiamento sarebbe sabato una contaminazione del passato. Per tale ragioni è stata lanciata addirittura una petizione affinché il gruppo cambi nome, dimenticando che nel mondo della musica i cambiamenti di formazione non sono rari. Si pensi, ad esempio, agli AC/DC che, dopo la morte di Bon Scott, trovarono in Brian Johnson un nuovo cantante, producendo l’iconico Back in Black.
Insomma, il ritorno dei Linkin Park è diventato un affare internazionale con gente che si è lanciata i peggio improperi da una parte all’altra del mondo per far valere la propria idea di condanna o supporto al gruppo e Armstrong fagocitata dalla macchina del fango a causa della sua amicizia con un ex attore condannato per molestie sessuali e la partecipazione nel 2013 a un incontro di Scientology, perché è fondamentale che questa operazione commerciale venga fermata molto prima di qualunque altra guerra o ingiustizia si stia consumando nel mondo.
Un tema per il quale bisogna dare tutto fino a quando non ci si sarà assicurati che i nostri ricordi d’infanzia siano preservati dalle storture del presente.
O, almeno, fino a stasera, quando quando la presentazione del nuovo iPhone darà il via sicuramente a un nuovo carosello di inutili polemiche.

Foto: hips.hearstapps.com

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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