Il doppio standard di Liliana Segre sul conflitto israelo-palestinese
Di Francesco Salerno
Chi lo dice che non esistono più i santi?
In Italia ne abbiamo una che vive e respira: Santa Liliana Segre, la donna a cui non si può dir nulla e che ha sempre ragione.
La senatrice (carica minima per una donna come lei) ci appare ogni anno durante la Giornata della Memoria per ricordarci cosa è il nazismo, il fascismo, il razzismo e chi più ne ha, più ne metta.
(Meno male che c’è lei a ricordarcelo, altrimenti…).
Una visione quasi mistica che, di anno in anno, ci accompagna e ci consiglia dall’alto della sua esperienza e saggezza. Ma la senatrice non si accontenta di parlarci del passato, ci parla anche del futuro e di come questo debba essere costruito con sentimenti di fratellanza e rispetto per i popoli.
Tutto bellissimo, ma non manca qualcosa? Ah, già, il presente.
Su quello, purtroppo, la Segre non riesce a esprimersi.
Una questione a caso? Il genocidio palestinese.
La nostra non ha detto una singola parola sulle decine di migliaia di civili massacrati da Israele, sebbene, lo ammetto, si mostrasse contrita alle telecamere. Personalmente mi sono arrabbiato per questo suo silenzio. “Mi dicevo: ma come? Una come lei che non dice nulla su un genocidio in corso? Possibile che stia zitta?”
Ebbene, la Segre infine ha parlato e, non appena si è espressa, ho rimpianto i mesi in cui è rimasta in silenzio…
Per prima cosa ha annunciato che non riesce a dormire a causa dei bambini israeliani morti.
E quelli palestinesi? Quelli le conciliano il sonno?
Dopodiché, ha annunciato con forza che è una “vergogna definire genocidio quello che sta avvenendo a Gaza”. Evidentemente lei preferisce termini come “incidente”, “danni collaterali”, “perdite inattese”, insomma, tutte quelle parole usate dai media pro sionisti per nascondere ciò che stanno facendo. Non è neanche una cosa nuova, anche i nazisti chiamavo campi di lavoro i campi di sterminio…
Ma la nostra non si è fermata qui e, anzi, ha iniziato a denunciare a destra e a manca chiunque osasse parlar male di Israele! Se fossimo in Star Wars potremmo dire che la senatrice è passata al “lato oscuro della forza”, e questo mi dispiace.
Poteva lei dimostrare di essere coerente, una vera combattente dei diritti umani e una paladina della pace? Sì, poteva. Ma, evidentemente, la Segre ha preferito incarnare il doppiopesismo, la disonestà intellettuale e il sionismo nella sua versione più subdola.
Alla faccia del ricordo…
Foto: ilgiorno.it