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Crotone e la bonifica: un futuro a rischio tra accuse e proposte di cambiamento

Di Enrico Pedace consigliere Comunale del gruppo Consenso

Crotone sta vivendo un momento particolarmente delicato e per molti versi decisivo per il futuro del suo territorio e dei suoi abitanti. Devo purtroppo prendere atto che sono in molti a non percepire la difficoltà e sembrano non cogliere le aggressioni continue che vengono compiute ai danni di coloro che esprimono liberamente la propria opinione. È il caso, appunto, della questione Bonifica, diventata per alcuni appuntamento puntuale dalla campagna elettorale e per altri un film a puntate. Ma la cosa che più mi preoccupa sono i comportamenti e gli atteggiamenti inquietanti di chi dovrebbe tutelare il territorio proprio per il ruolo e per il mandato a lui conferito, addirittura dal Governo. Mi riferisco al Commissario straordinario delegato al risanamento ambientale e la bonifica del sito industriale di Crotone, nominato a seguito della sentenza di condanna dell’Eni. Il suo compito doveva essere quello di accelerare le fasi della bonifica, nonché il rispetto delle decisioni assunte con le Conferenze dei Servizi in sede Ministeriale, tra cui quella in cui si stabiliva che i rifiuti della bonifica dovessero essere allocate fuori da Crotone e dalla Calabria. Purtroppo il Commissario Generale Emilio Errigo, sin dal suo arrivo a Crotone, ha cercato in tutti i modi di capovolgere tale decisione. Per mesi ha raccontato che non esistevano discariche che potessero accogliere questa tipologia di rifiuti e che l’unica soluzione era quella di lasciare i veleni a Crotone nella discarica di Columbra che addirittura, nella ricerca, erano stati impegnati Forze Armate, Carabinieri, e quant’altro senza alcun risultato se non quella calabrese. Ma ecco che, dopo la prescrizione del Ministero all’Eni, come per magia appaiono decine di discariche autorizzate smentendo tutti i racconti più o meno fantasiosi del Commissario. Non mi sembra un atteggiamento corretto da parte di un uomo dello Stato, così come non mi è sembrato corretto l’attacco che ho subito durante la seduta del Consiglio Comunale aperto, quando sono stato bruscamente interrotto dal Commissario senza tenere conto di trovarsi nella massima assise cittadina (non in una caserma) mentre in qualità di Consigliere Comunale svolgevo il mio intervento.
Se alcuni atteggiamenti potrebbero fare parte della dialettica politica, così non è quando si tratta della salute dei cittadini e infatti, nonostante abbiamo chiesto la messa in sicurezza dei luoghi in cui Arpacal ha certificato la presenza di radioattività, a oggi non è stata assunta nessuna misura e quei luoghi sono accessibili da chiunque voglia. In pratica, a parte convenzioni milionarie con strutture romane, nulla di concreto è stato fatto o realizzato.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso e mi ha costretto a intervenire pubblicamente come Consigliere Comunale, è l’aver ascoltato il Commissario Errigo minacciare l’impiego dei carri armati se dovesse essere ostacolato nelle sue scelte. Frasi di questo tipo sono pericolose e inaccettabili da parte di un rappresentante delle Istituzioni nominato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e, per questo, ritengo che il Commissario Emilio Errigo debba dimettersi e sostituito con un tecnico esperto nelle questioni di risanamento ambientale e bonifiche.

Redazione

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