Terre Inquiete: concluse le riprese del film che porta la Calabria bizantina sul grande schermo

Si sono concluse le riprese del film Terre inquiete, girato nell’area della Locride, culla della grecità calabrese. Il film, diretto da Matteo Scarfò e scritto da Rossella Ester Scarlato, nasce con l’intento di raccontare un territorio in cui le anime si incontrano, vagano e si ritrovano, lasciando emergere interrogativi profondi, tra atmosfere mistiche e suggestioni storiche che rendono l’opera un viaggio attraverso il tempo.
Terre inquiete, ovvero quelle terre apparentemente silenziose e abbandonate alla loro storia, come inquieti sono i protagonisti che interpretano i personaggi misteriosi che vivono nella Calabria bizantina dell’anno 1000. Un cavaliere inglese si perde in una terra sconosciuta, immerso in un paesaggio ricco di storia e fascino, mentre una misteriosa donna lo segue lungo il suo cammino, portando con sé un alone di mistero e di attesa. In parallelo, un enigmatico monaco lo insegue, chiudendo il cerchio di un destino avvolto da segreti e rivelazioni.
Tra i protagonisti del film spicca Cinzia Costa, attrice poliedrica e versatile, che veste i panni della misteriosa donna. Per la prima volta, l’attrice si è cimentata nella recitazione in greco antico, un’esperienza che ha descritto come magica e fortemente spirituale. L’uso della lingua ha conferito maggiore autenticità alla narrazione, permettendole di calarsi con più intensità nel ruolo e di percepire la storia come un’esperienza immersiva e totalizzante:
«Recitare in greco antico in un’area dove tutto è magico e fortemente spirituale è stata un’emozione forte; interagire e rapportarsi con anime che, a loro volta, parlano altra lingua, ha indotto uno stato emotivo intimo e affascinante.»
Le scene principali del film sono state girate a Brancaleone Superiore, dove le case diroccate hanno fornito uno sfondo carico di suggestione, evocando atmosfere dense di significato e rendendo l’ambientazione quasi un personaggio a sé stante. L’attrice ha rivelato di essersi sentita profondamente legata a quei luoghi, percependoli come parte di sé e vivendo la recitazione come un viaggio interiore:
«Sentivo che quel luogo, suggestivo e silente, in qualche modo mi appartenesse.»
L’intimità del personaggio, la lingua parlata e l’interazione in inglese hanno reso la sua interpretazione un’esperienza unica e irripetibile, arricchita dal contesto storico e dall’atmosfera surreale che permeava ogni scena. La possibilità di lavorare in un ambiente tanto evocativo ha aggiunto un ulteriore strato di profondità alla sua performance.
«È stato bellissimo il contesto spirituale in cui mi trovavo, la lingua parlata, l’interazione in inglese e, soprattutto l’intimità del personaggio, del suo essere, della sua natura… Rimane solo di vedere il film per capirne qualcosa…»
Non resta quindi che attendere l’uscita di Terre inquiete per scoprire sul grande schermo la visione del regista Matteo Scarfò e lasciarsi trasportare nell’universo delle anime inquietanti e dei misteri della Calabria medievale. Il film si propone di essere non solo un racconto storico, ma un viaggio emozionale attraverso il tempo e le vite che si intrecciano tra fede, mistero e ricerca di verità nascoste.