Vibo Valentia: uomo condannato per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale

Dall’Ufficio Stampa
Una sentenza storica arriva dal Tribunale di Vibo Valentia, che ha condannato “a 7 anni e 8 mesi di reclusione, con la pena accessoria dell’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno e con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici”, S.L., un uomo colpevole di aver perpetrato per anni minacce, violenze fisiche, psicologiche e sessuali sulla sua compagna e sui figli minori con cadenza giornaliera, anche durante la gravidanza.
La vittima, M.F., ha trovato la forza di denunciare le violenze subite, incontrando il sostegno delle Forze dell’Ordine e del Centro Antiviolenza Attivamente Coinvolte con il suo team di psicologhe e operatrici specializzate e dell’avvocata del Centro, Roberta Scozzafava.
La storia di M.F. rappresenta, purtroppo, un vissuto comune a molte donne di come la violenza possa insinuarsi nelle mura domestiche. Per anni l’uomo ha sottoposto la compagna a ogni tipo di maltrattamenti, estendendo le sue aggressioni anche ai figli minori.
Le accurate e approfondite indagini condotte dalle Forze dell’Ordine hanno ricostruito un quadro agghiacciante: percosse, gravi lesioni, schiaffi, sputi, minacce di morte, controllo ossessivo dei movimenti della compagna, rapporti sessuali violenti. La violenza si manifestava in ogni aspetto della vita quotidiana, isolando la donna e i bambini e instillando in loro un profondo senso di paura e impotenza.
La signora M.F., al momento della lettura del dispositivo della sentenza, è scoppiata in lacrime e ha dichiarato: «L’unica via è quella della giustizia. Grazie a chi non ha mai smesso di sostenerci, a chi ha creduto, a chi è rimasto, a chi non ha mai giudicato. Grazie a tutte le meravigliose donne di Attivamente Coinvolte», così esprimendo sollievo e speranza per il futuro.
L’Avv. Stefania Figliuzzi, presidente del centro antiviolenza regionale Attivamente Coinvolte, nell’esprimere soddisfazione per l’esito del processo, ha aggiunto che «è fondamentale riconoscere i segnali della violenza che non si manifestano sempre con ematomi visibili. In particolare occorre prestare attenzione a tutti quei comportamenti improntati al controllo ossessivo, alla limitazione della libertà di movimento, al controllo delle comunicazioni, all’isolamento sociale, che rappresentano una delle forme più comuni e diffuse di violenza, che è quella psicologica.»L’avvocata Scozzafava ha dichiarato: «La storia di M.F. è un’esortazione per tutte le donne vittime di violenza. Denunciare è importante per uscire dalla situazione e interrompere la spirale della violenza. Le istituzioni, le Forze dell’Ordine e i centri antiviolenza sono a disposizione per offrire sostegno e supporto alle donne e ai minori vittime di maltrattamenti.»
L’avv. Figliuzzi, in conclusione, ribadisce il ruolo fondamentale di tutta la società civile nel contrasto della violenza di genere, ognuno può contribuire con un gesto concreto a combatterla.