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A Caulonia la presentazione de “Il Patto dell’Oblio” nella ricorrenza de “Il giorno del Ricordo”

Dall’Amministrazione Comunale di Caulonia

Caulonia non vuole dimenticare, anzi vuole ricordare. Ricordare i tragici eventi della resistenza antinazista e antifascista. Ricordare e non dimenticare i suoi giovani eroi periti durante lo scontro armato con i nazisti a Cefalonia e Corfù; gli oltre ottanta deportati nei campi di concentramento perché non vollero tradire la patria; le decine di militari e civili che aderirono alla lotta partigiana; gli oltre centoventi militari caduti in battaglia. Tutti giovani, prevalentemente ventenni, sui quali è come calato l’oblio, un silenzio obbligato per non ricordare, per esorcizzare la storia nazionale di quegli anni. È nostro dovere tramandare la memoria alle giovani generazioni, i suoi valori nella ricorrenza di questo ottantesimo anno dalla Liberazione. Lo facciamo nel Giorno del Ricordo, come voluto dalla legge nº 92 del 30 marzo 2004, quando si commemorano le migliaia di militari e civili italiani della Venezia Giulia, del Quarnaro, della Dalmazia e dell’Istria massacrati dai partigiani jugoslavi e dell’OZNA (la polizia segreta jugoslava) avvenuti durante e subito dopo la fine della guerra. Ma anche le migliaia di deportati italiani.
È importante ricordare quegli eventi affinché non abbiano a ripetersi. Eventi che videro fronteggiarsi gli italiani in una guerra fratricida che sembrava non dovesse avere fine, caratterizzata da scontri armati, rastrellamenti, deportazioni, assassini. Fatti che si protrassero anche oltre la Liberazione, assimilabili alla resa dei conti imposta agli sconfitti.
La storia vuole che la guerra, la resistenza si fosse svolta lontano dalla Calabria. Così non è. Ce lo ricorda Francesco Tropeano con il suo Il Patto dell’oblio. Una scorrevole lettura di quelle che furono le “piccole storie nobili e meno nobili degli anni bui del novecento” nel paese di Cinquefrondi dove in quei tragici anni si intrecciarono le vite dei confinati con i congiurati locali per attentare alla vita del Duce, fino ai partigiani meridionali che hanno contribuito alla Resistenza del centro nord”. Un viaggio nel tempo, quello descritto da Francesco Tropeano, ma anche “la ricerca di quello che storia non è: gli umori, i sapori, gli odori e le quotidiane consuetudini della vita di persone semplici e dignitose, trascinate, loro malgrado, tra i flutti della grande Storia”.

Redazione

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