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A Locri un convegno riaccendere la passione per l’arte e la valorizzazione del territorio

Il 6 febbraio, nella suggestiva Biblioteca Gaudio Incorpora di Palazzo Nieddu, a Locri, si è svolto il Convegno di Studi Emozionarsi con il Patrimonio Culturale, un appuntamento che ha riunito scuole, istituzioni e professionisti per celebrare e approfondire il legame tra identità, territorio e patrimonio. Promosso dal Liceo Mazzini di Locri, in collaborazione con la Fondazione Antonino Scopelliti, l’evento ha rappresentato un importante momento di sinergia culturale, volto a rendere il patrimonio un veicolo di inclusione e crescita per le nuove generazioni.
L’incontro, inserito nel progetto Raccontiamo il nostro territorio. Valorizzando l’inclusione, si è svolto a Palazzo Nieddu non solo per il suo valore architettonico, ma anche per il ruolo di custode della memoria: al suo interno si trovano infatti il Museo del Territorio, la rinnovata biblioteca comunale e l’Archivio di Locri-Gerace, frutto di un rilancio culturale fortemente voluto dall’assessore Domenica Bumbaca, che ha spiegato con entusiasmo: «Il patrimonio archeologico si rivela un elemento capace di mettere in relazione il mondo della scuola con il territorio, rendendolo accessibile e fruibile a tutti. È fondamentale che le istituzioni, insieme ai professionisti, lavorino in sinergia per far sì che i giovani possano apprendere e apprezzare la ricchezza del patrimonio esistente in città.»
La giornata ha offerto spunti di riflessione e testimonianze coinvolgenti. L’archeologo Maurizio Paoletti ha sottolineato l’importanza di investire nella formazione degli studenti, affermando: «Una volta che si sperpera il proprio passato, non lo si può ricostituire. Noi non siamo semplici custodi o conservatori, ma coloro che devono dare al patrimonio il vero significato, con passione, piacere e competenza.»
Da parte sua, Marina Cerzoso, direttrice del Museo dei Bretti e degli Enotri di Cosenza, ha messo in luce come un museo possa acquisire un valore ancora maggiore se aperto alla comunità, evidenziando il ruolo sociale dell’istituzione: «Il museo si apre alla comunità e diventa un punto di riferimento per riscoprire l’identità culturale della città e del territorio. È fondamentale valorizzare la progettualità, la ricerca e la comunità in ogni sua forma.»
Anche Remo Malice dell’Accademia Belle Arti di Reggio Calabria ha evidenziato l’innovazione introdotta dalla nuova museologia e museografia, celebrando una serie di eventi che negli ultimi tre anni hanno saputo rendere l’arte un’esperienza sempre più immersiva e coinvolgente.
Il contributo del mondo professionale non è mancato: Antonino Sgrò, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali, ha ricordato l’importanza di integrare la valorizzazione del patrimonio culturale con lo sviluppo agronomico e paesaggistico, invitando i giovani a cogliere le opportunità che il territorio calabrese offre: «È un piacere portare la voce dei professionisti e raccontare ai giovani le possibilità di crescita, valorizzando le risorse agronomiche e paesaggistiche del nostro territorio.»
Anche il settore architettonico ha avuto la sua voce, con Beatrice Bruzzì, tesoriere dell’Ordine degli Architetti di Reggio Calabria, che ha sottolineato il carattere emotivo inscindibile dall’arte architettonica: «Essere architetti e non emozionarsi col patrimonio culturale è impossibile. Gli interventi di restauro e valorizzazione devono rispettare il contesto in cui operano per dare nuova vita all’opera d’arte e al territorio che la ospita.»
Elena Trunfio, direttrice del Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri, ha evidenziato la forza della collaborazione tra istituzioni e scuole, ricordando come Palazzo Nieddu e il museo rappresentino casi studio fondamentali per il racconto e la valorizzazione del territorio: «Il museo è a servizio della comunità e collaborare con i giovani locresi ci permette di trasmettere una cultura viva e condivisa.»
Infine, Stefania Fiato, docente di Storia dell’Arte e curatrice dell’evento, ha spiegato l’importanza di un approccio emotivo nella valorizzazione del patrimonio, finalizzato a formare una cittadinanza consapevole: «Abbiamo scelto Palazzo Nieddu come oggetto privilegiato di indagine per offrire ai ragazzi l’opportunità di sviluppare una conoscenza approfondita del territorio, grazie anche al prezioso contributo dei relatori e all’impegno logistico del nostro team.»
Il bilancio del convegno è stato estremamente positivo, confermando come l’unione tra educazione, cultura e territorio possa generare esperienze arricchenti e formative. L’incontro ha offerto nuovi spunti per una lettura emozionale del patrimonio, capace di trasformare il passato in un ponte verso il futuro, e ha rafforzato il ruolo della scuola come protagonista attiva nella diffusione dei valori della legalità e dell’appartenenza sociale. Un evento che, con passione e competenza, ha acceso la scintilla per una rinascita culturale destinata a illuminare il cammino dei giovani e dell’intera comunità.

Umberto Landi

Dotato di abilità ai limiti del sovrumano, Umberto appartiene a quella nuovissima categoria di supergiornalisti che sanno farsi notare poco ma sono in grado di produrre tantissimo. La sua capacità di osservazione e la sua rapidità nel produrre testi interessanti ed efficaci è straordinaria, tanto che c’è persino chi è pronto a giurare che sia il frutto di un segretissimo esperimento di bioingegneria. Di poche parole, ha deciso di mettere le proprie capacità al servizio del territorio, senza mai giudicare ma sempre pronto a stimolare le riflessioni degli altri.

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