Un nuovo inizio: la storia di Ilario Primerano e il Progetto “Pro.Me.”

Al Porto delle Grazie di Roccella Jonica si è svolto un evento ricco di significato e partecipazione, dedicato al percorso di assunzione di detenuti beneficiari del progetto di Giustizia Riparativa ideato dalla Caritas Diocesana di Locri-Gerace intitolato Pro.Me. Profeti di speranza, Mendicanti di riconciliazione. Un’iniziativa che, nel corso del 2024, ha già permesso l’assunzione di sei detenuti all’interno della casa circondariale e di tre reclusi in aziende esterne, con la prospettiva di ampliare ulteriormente il percorso ad altri due soggetti.
Il progetto, frutto della collaborazione tra il Tribunale, la Casa Circondariale di Locri e le Forze dell’Ordine, mira a offrire nuove opportunità a chi sconta una pena, dimostrando che il reinserimento lavorativo è uno strumento fondamentale per prevenire la recidiva e costruire una società più equa e inclusiva.
Durante la conferenza stampa, vari rappresentanti hanno espresso il proprio punto di vista sull’iniziativa. Vasco de Cet, amministratore della società Porto delle Grazie, ha sottolineato il percorso di Ilario Primerano, beneficiario dell’iniziativa, che ha iniziato la sua esperienza nel cantiere del porto e, grazie a una formazione mirata, potrà presto accedere a nuove opportunità nel settore dell’accoglienza e della gestione portuale, evidenziando dunque l’importanza di investire nella riabilitazione e nel reinserimento lavorativo. «Assumere una persona con un passato giudiziario non è solo un atto di responsabilità, ma anche una scelta che porta valore all’intera comunità – ha dichiarato. – Il Porto delle Grazie ha creduto fortemente in questo percorso e, nell’arco di un anno e mezzo, abbiamo creato cinque nuovi posti di lavoro, incluso quello riservato a Ilario.»
Anche le istituzioni hanno sottolineato il valore etico e pratico del progetto. Il sindaco di Roccella Jonica, Vittorio Zito, ha dichiarato che «si è compiuto un passo significativo: il carcere ha aperto le sue porte e il Porto delle Grazie ha accolto questa opportunità, dimostrando che l’inclusione è possibile. Dobbiamo imparare a parlare meno di legalità come concetto astratto e più di responsabilità, perché è solo attraverso l’assunzione di responsabilità che possiamo costruire una comunità più forte e solidale.»
Carmen Bagalà, direttrice della Caritas Diocesana di Locri-Gerace, ha posto l’accento sul valore umano della giustizia riparativa: «Questo progetto dimostra che il carcere non deve essere una condanna a vita, ma una fase di transizione verso un nuovo inizio. Chi ha commesso un errore ha il diritto di dimostrare di poter cambiare e la società ha il dovere di offrire strumenti concreti per farlo. La scelta del Porto delle Grazie di partecipare a questa iniziativa è un esempio virtuoso di come si possa costruire una rete di solidarietà e responsabilità.»
Uno dei momenti più toccanti della giornata è stato l’intervento personale di Ilario Primerano che, con grande emozione, ha condiviso la sua esperienza, raccontando che «tornare alla vita fuori dal carcere non è semplice, ma sapere di avere un’opportunità lavorativa mi ha dato speranza e motivazione. Lavorare in un ambiente accogliente e con persone che credono in me è stato fondamentale per affrontare questa nuova fase della mia vita.»
Parole che hanno profondamente commosso i presenti, dimostrando in prima persona come il supporto e la fiducia possano trasformare una condanna in una possibilità di riscatto.
Infine, Fulvio Accurso, presidente del Tribunale di Locri, ha ribadito il ruolo trasformativo della giustizia riparativa: «La giustizia non è solo punizione, ma anche rieducazione. Il lavoro è uno dei pilastri fondamentali per garantire una vera riabilitazione. Il percorso di Ilario dimostra che, con il giusto supporto e la volontà di cambiare, si può trasformare una condanna in un’opportunità di riscatto. Dare dignità attraverso il lavoro significa creare le condizioni per un reinserimento autentico e duraturo nella società.»
La giornata si è conclusa con un momento di dialogo aperto, durante il quale sono stati condivisi spunti e idee su come replicare iniziative simili in altri contesti lavorativi e comunitari, raccogliendo inoltre candidature spontanee per l’assunzione di altri detenuti in diverse realtà imprenditoriali del territorio.
La Caritas Diocesana di Locri-Gerace ha espresso profonda gratitudine a tutti gli intervenuti, sottolineando il contributo determinante di Valentina Galati, direttrice della Casa Circondariale, il cui impegno è stato ritenuto fondamentale per il successo del progetto.
Questo evento ha rappresentato un segnale forte di speranza e di cambiamento, dimostrando come la collaborazione tra istituzioni, imprese e società civile possa davvero creare un futuro più giusto e accogliente per tutti, e in particolare per chi, come Ilario Primerano, ha saputo trasformare il proprio passato in un nuovo inizio.