Costume e SocietàLetteratura

Libertà e Responsabilità: il dilemma dell’essere umano

Le riflessioni del centro studi

Di Salvatore Zurzolo – Avvocato del Foro di Locri

L’essere umano è stato definito un animale ragionevole governato anche dall’istinto. Niente di più falso! La prova si rinviene nel fatto che un animale, una volta soddisfatti gli istinti, è appagato, l’essere umano invece non risulta appagato e, quindi, questo vuol dire che l’essere umano non è governato dagli istinti, ma da impulsi indeterminati con la conseguenza che ha l’esigenza di circoscrivere lo spazio per determinare i propri impulsi indeterminati nei quali prende corpo la libertà, che a questo punto si trasforma per ciascuno in rispetto, cioè nella capacità di ciascuno di ascoltare e comprendere le ragioni altrui circa l’utilizzo dello spazio delimitato che inevitabilmente diventa lo spazio comune di vita. Non ha nessun senso l’espressione “la libertà dell’uno finisce dove comincia la libertà dell’altro” perché la libertà è una costante presente nell’universo e, quando penetra nello spazio delimitato dal rito, subisce limitazioni. Basti pensare allo spazio carcerario in cui – inevitabilmente – vi sono forti limitazioni delle libertà! In buona sostanza, la libertà più si radica nella vita degli uomini più subisce un degrado. L’essere umano è restio ad accogliere la libertà perché vi è un rifiuto del principio di responsabilità. La libertà implica l’agire per raggiungere l’obiettivo e quindi per ogni azione che si andrà a compiere vi è responsabilità. Quando invece si è alla mercé del Faraone-padrone si eseguono degli ordini e si mangia senza altra implicazione. Nella Torah (Bibbia) ci sono due episodi che rendono l’idea del percorso finora seguito: 1) il primo episodio è quando Dio indica i c.d. dieci comandamenti. In questo caso, la pronuncia dei comandamenti è preceduta dall’espressione “Sono il Signore Dio tuo che ti ha liberato dalla schiavitù dell’Egitto, dalla casa degli schiavi”. Questo vuol dire che prima di accostarsi a ogni regola bisogna essere liberi da ogni forma di schiavitù; 2) quando Israele è stato liberato dalla schiavitù dell’Egitto, mentre gli Israeliti attraversavano il Mar Rosso, si lamentavano perché avevano i piedi bagnati e non si mangiava e rimpiangevano il tempo in cui erano schiavi in Egitto dove però si mangiava e non avevano alcuna responsabilità se non lavorare. Prometeo venne incatenato dagli dei per avere dato il fuoco (la conoscenza) agli uomini, il suo fegato veniva ogni giorno mangiato dagli uccelli e, benchè fosse in quella condizione a causa dell’aiuto dato agli uomini, nessun umano osò tentare di liberarlo dalle catene della schiavitù!

Estratto da L’Eco Giuridico del Centro Studi Zaleuco Locri del 18/11/2023

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