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“SalvArti”: quando l’arte diventa simbolo di legalità e riscatto

La mostra SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche, ospitata al Palazzo della Cultura Pasquino Crupi di Reggio Calabria, rappresenta un’importante iniziativa che unisce arte e legalità. Con oltre 80 opere di artisti di fama internazionale, l’esposizione valorizza beni confiscati alla criminalità, trasformandoli in strumenti di crescita culturale e sociale. Promossa dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria in collaborazione con istituzioni nazionali, l’evento sottolinea il valore del recupero del patrimonio come simbolo di riscatto e giustizia.

SalvArti: un simbolo di legalità e cultura alla Città Metropolitana di Reggio Calabria

La Città Metropolitana di Reggio Calabria celebra un nuovo traguardo culturale con l’inaugurazione della mostra SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche, ospitata al Palazzo della Cultura Pasquino Crupi. L’iniziativa, di grande valore sociale, pone l’accento sull’importanza della legalità attraverso l’arte, esponendo oltre 80 opere d’arte contemporanea di artisti di fama internazionale come Giorgio de Chirico, Mario Sironi, Lucio Fontana, Salvador Dalí, Andy Warhol e Mario Schifano. La mostra resterà aperta fino al 26 aprile, offrendo un’importante occasione di riflessione e fruizione culturale.
SalvArti rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello per la Città Metropolitana che, grazie alla collaborazione con i Ministeri dell’Interno e della Cultura, l’Agenzia nazionale Beni Confiscati e il Comune di Milano ha reso possibile un evento che sottolinea il valore del recupero del patrimonio culturale come simbolo di riscatto di un territorio segnato dalla presenza della criminalità organizzata. Il percorso espositivo permette di valorizzare opere confiscate alla criminalità, trasformandole in strumenti di crescita collettiva.
L’iniziativa è frutto dell’impegno della Città Metropolitana, del sindaco Giuseppe Falcomatà, dei delegati Filippo Quartuccio e Michele Conia, nonché della struttura amministrativa dell’Ente e della dirigente Giuseppina Attanasio, che con il prezioso lavoro della responsabile del Palazzo Anna Maria Franco hanno reso possibile un progetto di grande rilievo morale e politico. “L’arte va sempre salvata da ogni tipo di illegalità e questa esposizione dimostra come il patrimonio culturale possa diventare simbolo di giustizia e legalità”, affermano i consiglieri della Città Metropolitana.
L’evento rappresenta un’opportunità non solo per la valorizzazione del patrimonio artistico, ma anche per l’educazione alla legalità, con particolare attenzione alle giovani generazioni. Confiscare opere d’arte significa privare la criminalità di importanti simboli di potere economico e trasformarli in strumenti di consapevolezza sociale.

La questione della lapide in pietra di Lazzaro

Parallelamente al successo della mostra, si è sviluppata una polemica riguardante la rimozione della lapide in pietra di Lazzaro dai muri del Palazzo della Cultura. Il consigliere metropolitano delegato alla Cultura, Filippo Quartuccio, ha chiarito che la lapide è stata spostata esclusivamente per esigenze legate all’allestimento della mostra SalvArti, in linea con le soluzioni espositive già adottate a Palazzo Reale di Milano.
Quartuccio ha risposto alle critiche dell’imprenditore Eduardo Lamberti Castronuovo, invitandolo ad «abbassare i toni di una polemica sterile e puerile» e a mostrare maggiore rispetto per i dipendenti dell’Ente. Inoltre, ha precisato che la lapide, priva di valore storico e installata senza il parere della Soprintendenza nel 2016, aveva arrecato danni alla boiserie originale del palazzo.
«Terminata la mostra, la lapide verrà ricollocata in uno spazio adeguato, individuato insieme alla Soprintendenza, senza arrecare ulteriori danni alla struttura», ha affermato Quartuccio. Ha infine ribadito che la rimozione dell’epigrafe non riguarda in alcun modo l’intitolazione del palazzo a Pasquino Crupi, figura profondamente legata alla comunità reggina e già commemorata con una targa in ottone recentemente rinnovata.
La mostra SalvArti non è solo un evento espositivo, ma un messaggio chiaro: il patrimonio culturale deve essere sottratto all’illegalità e restituito alla collettività come simbolo di giustizia e riscatto sociale.

Francesca Sabatini

Giornalista d’assalto e senza peli sulla lingua, Francesca sarebbe disposta davvero a tutto pur di raccontare la verità. La sua esperienza nel settore dell’audiovisivo ne fa una professionista a tutto tondo, ma è nell’elaborazione dei testi che la Sabatini dà il meglio di sé. Mente brillante al servizio di un territorio che intende “rovesciare come un calzino”, non c’è stenografo che possa tenerle testa o opinionista da salotto che possa leggere le sfumature della realtà politica locale come lei ci ha abituato a fare. Il suo sogno? Essere la prima a raccontare l’incontro con una civiltà aliena.

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