Accesso agli atti a Monasterace: Giunta e opposizione in acceso confronto

A Monasterace si accende il dibattito tra la Giunta Comunale e i consiglieri di minoranza sulla recente disposizione sindacale che limita l’accesso agli atti amministrativi a due ore al mese. La decisione ha suscitato un’accesa polemica tra le parti, con accuse reciproche e un appello al Prefetto per un intervento super partes.
La Giunta Comunale ha risposto con una nota ufficiale ai capigruppo di minoranza, accusandoli di non accettare il loro ruolo e di operare in modo sconclusionato, utilizzando riferimenti normativi senza scendere nel merito del provvedimento. La maggioranza sottolinea che la decisione nasce a seguito di episodi che hanno ostacolato il lavoro degli uffici comunali, specialmente in un periodo delicato come la predisposizione del bilancio. Tra questi episodi vi sono la richiesta immediata, via email non certificata, di una missiva indirizzata al Ministero dell’Ambiente con successivo accesso in mattinata per il ritiro del documento, l’accesso agli uffici comunali in orario di pausa pranzo senza considerare la ragionevolezza dell’azione, la ripetuta pressione su un funzionario comunale affinché venisse riaperto un bando a favore di un congiunto di un consigliere, l’uso improprio del telefono dell’ufficio amministrativo da parte di un consigliere e l’occupazione del Segretario Comunale da parte dell’intero gruppo consiliare di minoranza per oltre un’ora, con conseguente rallentamento dell’attività amministrativa.
Secondo la Giunta, questi episodi giustificano il provvedimento adottato, che viene definito contingente e legato al particolare periodo amministrativo. Inoltre, viene ribadito che nessun consigliere è stato privato del diritto di accesso agli atti, ma è necessario un equilibrio tra le esigenze dell’amministrazione e le prerogative della minoranza. La nota richiama inoltre alcune sentenze del Consiglio di Stato, sottolineando che il diritto di accesso non può trasformarsi in un abuso che ostacola la funzionalità dell’ente. La Giunta ricorda che il capogruppo di maggioranza aveva chiesto la convocazione di una riunione dei capigruppo l’11 febbraio, alla quale la minoranza ha inizialmente aderito, salvo poi ritirare la propria disponibilità chiedendo il ritiro del provvedimento come condizione preliminare al confronto.
A stretto giro, Palmiro Spanò, capogruppo della lista Mo’ si cambia, ha affidato la sua replica ai social, contestando duramente il provvedimento. Secondo Spanò, la disposizione comunale comprime illegittimamente il diritto dei consiglieri di minoranza ad accedere agli atti amministrativi, diritto che la legge garantisce per consentire un adeguato controllo sull’operato della maggioranza. Ribadisce che la legge attribuisce ai consiglieri ampie prerogative per svolgere il loro ruolo di controllo e vigilanza e invita il sindaco a riconsiderare la decisione. Secondo il capogruppo di minoranza, il provvedimento sarebbe stato adottato senza un previo confronto con i capigruppo e rappresenterebbe un’azione punitiva nei confronti dell’opposizione.
Inoltre, denuncia che il dibattito ha assunto toni eccessivi, con attacchi personali e video calunniosi diffusi sui social. Per questo, invita tutte le parti a un confronto più sereno e costruttivo, ribadendo che il sindaco dovrebbe convocare i capigruppo per discutere del provvedimento e trovare una soluzione condivisa. La vicenda sembra destinata a proseguire, con le minoranze che chiedono l’intervento del Prefetto per valutare la legittimità del provvedimento. La maggioranza, dal canto suo, difende la decisione come necessaria per garantire la funzionalità amministrativa.
In attesa di ulteriori sviluppi, resta da vedere se prevarrà il confronto istituzionale o se il clima di scontro politico continuerà ad alimentare divisioni nel comune di Monasterace.
Foto di Marcuscalabresus – Opera propria, CC BY-SA 4.0