Costume e Società

The Soul Factory: creatività, passione e collaborazione per un nuovo inizio artistico

Michelangelo Nari, Diletta Cappannini, Alessandro Tullj e Francesco Merli sono professionisti legati da stima e amicizia. Tutti diplomati in accademie e scuole di recitazione (teatro, cinema e musical), sono operativi su tanti fronti e campi (recitazione, scrittura, doppiaggio, canto) e occupati in ambiti lavorativi di diverso genere.
“In questo mestiere bisogna essere spendibili, preparati e pronti artisticamente a tutto” ci spiegano nel presentare The Soul Factory, un progetto importante nato da pochissimo, “una realtà che curiamo in prima persona, che ci lega e che portiamo avanti con il cuore in mano. Recitiamo nei prodotti che produciamo noi stessi, curiamo la regia, le sceneggiature, il montaggio e tutto il lato pubblicitario e social.
Protagoniste le storie d’amore, di amicizia, famigliari e legate a contesti lavorativi. L’idea è quella di poter riuscire a indirizzare verso un maggiore rispetto delle persone (chiunque esse siano) e delle emozioni, avendo cura della fragilità del prossimo. Avere questa chance di diffondere pensieri positivi e incoraggiamenti alla comprensione non ha davvero prezzo, ci riempie di soddisfazione e di entusiasmo e ci auguriamo di riuscire a raggiungere il cuore di chi si sofferma a concederci una possibilità.”
La recitazione vi unisce: come avete incominciato?
Proveniamo da percorsi diversi ma ci accomuna l’amore per ciò che facciamo. Ognuno di noi si è approcciato al campo artistico sin da molto giovane e siamo convinti che l’interesse per la recitazione nasca da una ricerca interiore. Chi sono? Qual è il mio posto nel mondo? Cosa sto cercando di comunicare? Mettendosi nei panni di chi ci è distante riusciamo anche a comprendere qualcosa di nuovo sul mondo e, addirittura, su noi stessi. Spesso si è costretti a indossare delle maschere nella vita di tutti i giorni, la recitazione permette di scegliere quali esse siano e di poterle prendere più o meno sul serio. È un viaggio che si intraprende anche stando fermi, è abbracciare la propria emotività e spalancare le finestre dell’anima e del cuore per permettergli di volare lontano.
Qual è stato il momento decisivo che vi ha spinto a intraprendere questo progetto?
È nato un po’ come conseguenza di precedenti collaborazioni. Ci siamo conosciuti sul progetto Story Impact Italia, una realtà nata sui social e caratterizzata da contenuti destinati ad essi che, nel corso degli ultimi anni, ci aveva visti molto protagonisti. Confidando nel supporto del pubblico che, negli anni, si era affezionato al nostro operato e desiderosi, giunti fin qui, di intraprendere un percorso artistico diverso, con uno stile nuovo, abbiamo pensato di fare un tentativo e di lanciarci in quest’avventura.
Quali sono le principali difficoltà che incontrate per improntarvi nel panorama artistico odierno?
Il campo artistico, soprattutto in Italia, viene considerato a tutti gli effetti solamente da un certo livello (molto alto) in poi. Prima si annaspa, rari e quasi inaccessibili i sussidi regionali e statali per chi si trova alla prime armi e cerca di creare qualcosa. Le strumentazioni per girare sono costosissime, per non parlare di eventuali location e costi vari a carico di produzioni e investitori.
Noi cerchiamo di fare tutto da soli investendo su noi stessi.
Quali sono i prossimi progetti?
In primis quello di crescere come realtà. Coinvolgere più pubblico nel nostro progetto, fidelizzarlo aprendoci a esso.
Per noi è essenziale che si conoscano i percorsi personale di ognuno di noi e, assieme ad essi, le tante attività che ci vedono impegnati.
Da lì il passo sarebbe quello di provare a lanciarci nella realizzazione di mediometraggi e, magari, di lungometraggi, episodi di serie tv, format nuovi di diverso genere proponendoli a realtà più grandi di noi, che possano garantire una possibilità di crescita, o partecipando a bandi selezionati (nazionali e non) con criterio.
Critiche o complimenti, quali ricevete maggiormente?
Le critiche, di sicuro, non mancano mai ma, per nostra fortuna, i complimenti sono di gran lunga più numerosi. Il tentativo di riuscire a dar vita a qualcosa di nuovo non passa inosservato, come non lo fanno neppure l’attenzione dedicata alla scrittura e al lavoro attoriale sui personaggi.
La cosa più bella dei percorsi artistici?
Il miglioramento costante. Si cresce e si apprende dai propri errori, si diviene più consapevoli e si acquisiscono, continuamente, competenze da investire sul lavoro.
Che consiglio dareste a chi sogna di intraprendere un percorso simile al vostro?
Di creare sinergie. Da soli non si va davvero da nessuna parte, a meno che non si venga un po’ baciati dalla fortuna (avendo, pur sempre, alle spalle bravura e/o idee geniali). Cooperando si può dar vita (o, almeno, provare a farlo) a tante realtà entusiasmanti.
Mai arrendersi, credere nelle proprie possibilità ed essere pronti a tanti ma davvero tanti sacrifici che si scontrano con un muro di incertezze.
Ci auguriamo, nel nostro piccolo, di poter risultare d’esempio a chi, nei nostri stessi panni, partendo davvero dal basso, cerca di farsi strada nei cuori degli spettatori con massimo impegno, serietà e costanza.
Vi invitiamo a seguire, qualora foste interessati a scoprire di più su di noi, i nostri canali social.

Ilaria Solazzo

La pugliese Ilaria Solazzo risponde in pieno alla definizione di “multitasking”. Giovane donna, ha alle spalle mille differenti attività: la redazione di libri, una buona esperienza nel campo della grafica, la pubblicazione di vari testi e non solo! È anche appassionata di lettura (specie la fantascienza), moda, costume e poesia. È giornalista pubblicista, blogger… e tanto altro. Dal decennio di nascita - gli anni ‘80 - ha ereditato la passione per la televisione che, per lei, si incarna nel binomio Carrà/Cuccarini. Dinamica, professionale, seria, ama la vita a colori.

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