Costume e Società

Il castello normanno di Bovalino dalla fondazione all’inizio dell’età moderna

Di Antonio Ardore

Il feudalesimo nel sud Italia ebbe inizio nell’anno 1059, quando una nave di soldati guidati dai fratelli Roberto il Guiscardo e Ruggero il Normanno, appartenenti alla Famiglia Altavilla, originari della costa nord francese detta Normandia, di ritorno da una crociata in Terra Santa decise di fermarsi sulla costa pugliese per riposare e fare provviste per il viaggio di ritorno in Francia. Allo stesso tempo, in Puglia sollevarono il popolo stanziale e con questi scacciarono i bizantini e s’impossessarono del sud Italia.
La popolazione della marina di Bovalino subì sin dal IX secolo gli assalti saraceni e turchi, per questo, sotto il dominio normanno (1059-1266) il Gran Conte Ruggero II d’Altavilla edificò il castello di Motta Bovalino e, in un documento del 1119, risultò affidato alla famiglia Conclubet originaria della Normandia, signori di Stilo, Gerace e Bovalino, anche se abitavano nel castello di Arena (VV). Il borgo viene fortificato con la costruzione del castello dapprima come mastio antico, con due entrate, il ponte levatoio con la torre di San Michele e quello della porta della Terra che comunicava con i villaggi vicini. Fu circondato dal lato vallone del Soccorso da una cinta muraria, mentre dalla parte del vallone Malachia non ci fu bisogno in quanto formato da scoscese di tufo.
La prima famiglia ad abitare il castello stabilmente sono i Ruffo di Calabria dei conti di Sinopoli e cugini della linea primogenita e capostipite dei Conti Ruffo di Catanzaro.
Morto nel 1256 l’Imperatore Federico II di Svevia del Regno delle due Sicilie, scoppiò una battaglia tra i due figli Corradino IV e Manfredi: i Ruffo parteggiavano per il primo, tanto che le truppe di Manfredi assediarono il castello di Bovalino al tempo del conte Fulcone Ruffo di Calabria, che resistette per due anni fin quando tutto il Regno passò a Manfredi, e ai Ruffo, accusati di tradimento al Re, vennero tolti i feudi calabresi e ripararono in Francia, per poi ritornare nel 1266 con il passaggio alla dinastia angioina.
Nel 1288 le truppe di re Giacomo II di Aragona assediarono il castello dei Ruffo perché questi parteggiavano per gli angioini e non per gli aragonesi.
Dei Conti Ruffo di Calabria feudatari di Bovalino ci si ricorda di Nicolò Ruffo, di cui si conserva dietro l’altare della chiesa di San Francesco di Gerace un sarcofago in marmo che ne contiene le spoglie, morto questi nel 1372, testò per un suo omonimo della linea dei Ruffo di Catanzaro.
Questa linea dei conti di Catanzaro, marchesi di Crotone e Vicerè di Calabria, si ribellò al nuovo Re di Napoli Ladislao d’Angiò Durazzo che gli tolse i feudi, per poi riaverli nel 1419 dalla regina Giovanna. L’ultima dei Ruffo di Bovalino fu Enrichetta Ruffo, che sposò Antonio Centelles, questi si ribellò ancora al re Alfonso V d’Aragona e gli venne tolta la Signoria; ne divenne feudatario il conte Tommaso Caracciolo di Gerace, che avendo anche lui tradito il re, fu processato e spodestato. Ritornarono i fratelli Antonio e Alfonso Centelles per poi passare in regio demanio e affidarlo a Cesare Pignatelli, signore d’Orta e Toritto, poi al congiunto Polidoro Gagliardi dei marchesi di Vibo Valentia.

Continua…

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