Costume e Società

Palazzi di Casignana: oltre i Mosaici, oltre la Villa romana

Di Giuseppe Lombardo – Architetto

La Villa Romana di Palazzi di Casignana, famosa per i suoi mosaici e impianti termali, si trova lungo il litorale ionico reggino. Cerchiamo però di ampliare la comprensione dell’insediamento romano basandoci su dati concreti.
Già il Codice Carratelli (del XVI-XVII secolo), in un acquerello che riguarda l’area, ci indica la presenza di più edifici nella zona denominata li palazzi.
La località è senza dubbio quella di Palazzi di Casignana, in quanto ubicata a Nord di Pugliano (l’attuale Bianco) e compresa tra due fiumare, quella dell’attuale La Verde e quella del Bonamico.
In epoca più recente (1873) i topografi, redattori dei piani di esproprio delle Ferrovie dello Stato, riportano in cartografia la situazione di fatto delle aree interessate, annotando con estrema precisione i ruderi della cosiddetta Villa Romana, nonché i confini delle proprietà private, da espropriare, per la posa in opera della linea ferrata e delle opere complementari quali: tombini di scarico delle acque piovane e ubicazione dei caselli da costruire.
Molto interessante è l’indicazione della natura del terreno, nonché della spiaggia interessata dall’infrastruttura. Emerge che la spiaggia si incunea ben oltre l’attuale SS 106, o E90 che dir si voglia, penetrando verso l’interno. Sull’esatta ubicazione non c’è possibilità di errore in quanto riguarda una sezione compresa tra il casello e ruderi emergenti dell’edifico della villa, precisamente al Km 83,100.
Occorre porre attenzione alla dizione riportata Spiaggia – Arena.
Si deduce che probabilmente 1.600 anni prima (in epoca romana) al posto della spiaggia ci potesse essere il mare.
Questa ipotesi non è poi peregrina, se si considera che il trasporto solido della fiumara Bonamico (valutato da organi ufficiali è di circa 75.000 m3 annui) abbia, negli anni, portato a un ripascimento della spiaggia di oltre 80-100 metri di ampiezza.
Ci domandiamo spesso: perché questo insediamento in questo luogo? Da Reggio Calabria a Locri, città più importanti dell’epoca, ci sono altre aree su cui ci si poteva insediare.
Quali risorse hanno determinato tale scelta?
Osservando l’area si evidenziano tante risorse naturali:

  • quella più significativa è senza ombra di dubbio la fiumara Bonamico, che garantiva la disponibilità di materiali lapidei (tanti di questi utilizzati nelle murature degli edifici), delle sabbie e dell’acqua dolce;
  • la presenza di argille idonee per la manifattura di mattoni, tegole, conci di colonne, oggetti di vita quotidiana etc…
  • ampie valli e dolci colline per le colture agricole e, ancora, luoghi esposti a sud-est e protetti dai venti da nord.
  • un luogo ideale per insediarsi lungo il Dromo, la via costiera principale che collegava i centri abitati dello Ionio.

Oltre ciò, la possibilità di avere un approdo che consentisse la comunicazione via mare per gli scambi commerciali con gli altri insediamenti lungo le fasce costiere del Mediterraneo. Questo giustificherebbe l’uso di abbondanti materiali lapidei di provenienza esterna (alcuni marmi anche di natura asiatica).
Un luogo vocato alla costruzione di un approdo sulla foce della fiumara Bonamico.
In epoca romana la foce della fiumara non era dove oggi si trova. L’opera dell’uomo, con la costruzione della linea ferrata e il ponte sulla stessa, ha portato allo spostamento verso nord della foce al Km 83,600. Il ponte doveva essere protetto dalla furia delle piene e a ciò si è provveduto realizzando un muro d’argine in dx idraulica con l’estremità sulla spalla dello stesso. Quest’opera ha determinato il recupero di decine di ettari di terreno irriguo rifunzionalizzato alla coltivazione di colture pregiate e anche il recupero delle pendenze idonee per la costruzione della linea ferrata.
Le indicazioni delle trasformazioni avvenute si leggono:

  • dal piano di esproprio delle F.S., che ci indica con certezza fin dove penetrava la spiaggia;
  • dai manufatti edificati dell’uomo per realizzare i servizi infrastrutturali a rete (viabilità, telecomunicazioni, acquedotti, fognature);
  • dalla morfologia dei terreni e dal sistema di smaltimento e recapito a mare delle acque piovane;

Alcune prospezioni geoelettriche effettuate negli anni passati, hanno rilevato la presenza di strutture a tre/quattro metri di profondità (quindi a livello mare) nella zona posta a valle della linea ferrata e a ridosso della attuale pineta.
Ulteriori indagini e prospezioni in quest’area, poco indagata, potranno confermare definitivamente questa ipotesi.
Certamente la presenza del canyon sottomarino, proprio alla foce del Bonamico facilitava la penetrazione del mare da parte di imbarcazioni in tutti i periodi dell’anno. Scavi recenti, per la posa in opera del collettore fognario dell’impianto di depurazione consortile Bovalino – Bianco, hanno portato alla luce, a margine della SS 106, a una distanza di 50 metri a Nord della stradina di accesso al Parco, i resti di un altro edificio.
Tutti questi elementi ci inducono alla considerazione che la Villa Romana di Palazzi di Casignana è parte di un insediamento che si estendeva dalla foce della fiumara anche lungo il Dromo, come dimostra la presenza di murature e reperti romani.

Redazione

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