Com’è nato il logo del giornale scolastico “La Voce del Polo”

Di Mariapia Totino (III C) e Serena Murruni (III A) – Liceo Classico Ivo Oliveti
Ogni progetto editoriale, anche a livello scolastico, ha bisogno di un’identità visiva che rappresenti al meglio i valori, le idee, le opinioni e i talenti che si vogliono trasmettere. Un logo non è solo un’immagine, bensì il risultato di un processo creativo costituito da riflessione, stile e significato. Abbiamo dunque cercato di ideare al meglio un simbolo che parlasse di noi, della nostra scuola e della nostra voglia di raccontare, mettendoci passione, collaborazione e anche un po’ di spirito critico. Ed è così che sono entrate in gioco le studentesse dell’indirizzo di grafica del Liceo Artistico di Siderno, che con impegno, cura e dedizione hanno collaborato tra di loro per la creazione di una serie di loghi da proporre, servendosi di strumenti digitali di grafica vettoriale. Dopo una fase iniziale di brainstorming, si è lavorato sull’identità visiva con schizzi preliminari sulla scelta della palette cromatica e sulla definizione degli elementi simbolici. Dalla scelta tra questi è quindi emerso un logo che richiamasse alla scrittura, alla cultura e, soprattutto, alla partecipazione collettiva. Da qui l’ispirazione: un libro aperto, al centro del logo, rappresenta il sapere condiviso, la narrazione che si apre e accoglie ogni voce. Dalle pagine centrali emerge una penna d’oca, icona classica della scrittura. Per evocare eleganza, profondità e qualità, è stato scelto il colore bordeaux dominante, che si sposa bene con i toni beige e blu usati nei dettagli floreali e nelle pagine del libro, conferendo al logo un tocco artistico e armonioso, garantendo alta leggibilità attraverso l’impatto visivo. Esso è stato realizzato in forma circolare per simboleggiare l’unione e il senso di appartenenza alla comunità scolastica. Ai lati sono presenti i nomi Zaleuco-Oliveti-Panetta-Zanotti e al centro della base del logo, un nastro recita: La Voce del Polo, chiaro, deciso e ben inserito nella composizione. Progettare un logo, scrivere articoli, intervistare: tutto questo ci insegna che dietro ogni risultato c’è lavoro, tempo e scelte da fare. Molti ragazzi e ragazze scoprono, proprio grazie al giornale scolastico, di avere una passione per la scrittura, per la grafica, per la fotografia, per il montaggio audio e video, o anche per il coordinamento di un gruppo. Magari non si erano mai messi alla prova prima ma, grazie a un’attività come questa, iniziano a costruire il proprio percorso. Il logo, ad esempio, può essere il punto di partenza per chi ama il design o vuole imparare come funzionano gli strumenti digitali per la grafica. Ma anche per chi non disegna, partecipare alla scelta finale del logo vuol dire imparare a decidere, ascoltare e valutare insieme. Il giornale scolastico è come una grande finestra aperta sulla nostra scuola, sui nostri pensieri e sulle nostre emozioni. Il logo, che lo accompagnerà in ogni edizione, sarà il nostro simbolo: ci rappresenterà, parlerà di noi, e resterà nel tempo come traccia viva di ciò che abbiamo costruito insieme. Questa esperienza ci insegna che quando un gruppo di ragazzi si unisce per creare qualcosa, può nascere molto più di un semplice progetto: può nascere un senso di appartenenza, di collaborazione, e anche un po’ di orgoglio. Perché in ogni parola scritta, in ogni idea proposta, in ogni decisione condivisa, ci sarà dentro un pezzetto di ciascuno di noi. E forse, è proprio questo il senso più bello di tutto: lasciare un segno. Un segno che non si cancella, ma che resta, come il logo che porteremo con noi in ogni pagina del nostro giornale, e dentro ogni ricordo che costruiremo insieme.