Corrado Alvaro, l’amico della Famiglia Spagnolo di Bovalino

Di Antonio Ardore
Frequentando la biblioteca comunale di Bovalino, ho scoperto una sola pagina in fotocopia dall’originale pubblicata sul trimestrale Calabria Sconosciuta, in cui Ludovico Perroni, pronipote dei tre fratelli Mario, Luigi e Giuseppe Spagnolo, ci descrive il suo incontro con lo scrittore Corrado Alvaro di San Luca, i suoi scritti in memoria dei tre fratelli Spagnolo deceduti durante la prima guerra mondiale e l’amicizia che lo legavano ai tre eroi bovalinesi.
Perroni ritrova nella biblioteca di famiglia il libro di Corrado Alvaro Poesie Grigioverdi (Bernardo Lux, Librario Editore di S.M. la Regina Madre, Roma 1917, Stab. Tip. F. Filelfo Tolentino, pp.75) sulla cui prima pagina legge una dedica alla “Cara Spagnolo con devozione. Corrado Alvaro, agosto 1917”. È la dedica a Rosaria Spagnolo (1900-1970), una dei figli del commendatore Antonino Spagnolo e della marchesa Maria Oliva. In famiglia si sapeva che lo Scrittore aveva, nella sua prima giovinezza, amato Rosaria Spagnolo.
In una lettera del 3 dicembre 1915 ai genitori, Mario Spagnolo (1895-1915) così scriveva presagendo la fine. “Se mi sarò dovuto sacrificare sull’altare della Patria non mi compiangete, andatene piuttosto orgogliosi dei miei vent’anni utilmente spesi, perché io stesso fino all’ultimo istante non compiangerò la vita convinto che essa non vale la redenzione di Trieste e delle nostre terre”.
Alvaro ebbe a scrivere in memoriam di Mario Spagnolo e della successiva scomparsa dei fratelli Luigi e Peppino, da Lui conosciuti e amati: “Nella mia infanzia ho sempre guardato una grande casa sul mare di Bovalino quasi con timore. Sempre avevo evitato di passarvi sotto e non so ancora perché. Quella casa che avevo spiato invano attraverso le finestre, silenziosa, era per me la sola veramente viva; mi pareva che una stirpe vi abitasse, per trovarsi fra le mura dove respiravano creature che tennero sole, nella sonnolenza delle contrade, una tradizione di libertà e patriottismo. Ma casa Spagnolo ha i portoni grandi e spalancati e io, più tardi, li varcai. Dalle pareti ammonivano severi ritratti che avrei veduto sul mio libro di storia senza sorpresa; ma io trovai nella grande casa giovini d’una generazione che è la mia e altri, già lontani, ne intravidi. Solo con essi potei veramente valutare me stesso.
Durante la prima guerra mondiale, nel 1915, Corrado Alvaro, da sottotenente di fanteria, vicino il Monte San Michele, fu ferito alle braccia e portato nell’ospedale di Ferrara, mentre l’amico Mario Spagnolo, nello stesso luogo, trovò la morte.
Dopo la morte dei tre fratelli, Girolamo Spagnolo pubblicò il volume Verso la morte verso la gloria – tre fratelli in guerra, Roma 1920.
Allo scrittore di San Luca è intitolato l’Istituto Professionale di Stato per il Commercio e il Turismo e la strada che da via Salerno, attraversando via Dromo, congiunge con via Regina Elena.
A Mario e Luigi Spagnolo è intitolata la strada che dal corso Umberto I, angolo palazzo Spagnolo, risale e porta alla piazza Camillo Costanzo.
Quest’anno è stata dichiarato Anno Alvariano, in quanto sono 130 anni dalla nascita dello Scrittore.
Corrado Alvaro nacque a San Luca (RC) l’11 aprile 1895, giornalista, saggista e scrittore. Muore l’11 giugno 1956 a Roma, dove il suo corpo riposa nel cimitero del Verano. Scrittore grande e riconosciuto come il maggiore scrittore calabrese, dove strade e scuole sono intitolate a lui. A 17 anni pubblica Polsi nell’arte, nella leggenda, nella storia. Nel 1917 pubblica Poesie Grigioverdi. Seguono: La siepe e l’orto (1920), L’uomo nel labirinto (1926), Vent’anni (1930), ma è famoso per il racconto Gente in Aspromonte (1930) e la raccolta L’amata alla finestra (1929). Vanno ricordati: L’età breve (1946), Mastrangelina (1960), Tutto è accaduto (1961), i saggi Itinerario italiano (1933) e un Treno del Sud (1958).




