Accoglienza e tutela volontaria: a Roccella Jonica gettato un ponte di solidarietà

Il Convento dei Minimi di Roccella Jonica ha ospitato, martedì 13 maggio, il seminario Il Sistema di Accoglienza e Tutela Volontaria, un evento che ha saputo unire istituzioni, operatori del settore e volontari in un momento di confronto e riflessione profonda sul tema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. L’iniziativa ha rappresentato un’occasione preziosa per sottolineare l’importanza di creare una rete solida e sinergica capace di garantire un percorso di integrazione e tutela efficace per questi giovani.
Rosangela Catizzone, referente del progetto FAMI AGIA per la Calabria, ha accolto i partecipanti con gratitudine, sottolineando come la loro presenza dimostri che la distanza non ostacola la realizzazione di obiettivi comuni. Ha poi illustrato le attività del progetto, evidenziando l’importanza della formazione per i tutori volontari, organizzata in collaborazione con università e associazioni locali. Un ringraziamento speciale è stato rivolto a Carmen Bagalà, direttrice della Caritas Diocesana di Locri, per il suo impegno quotidiano e l’organizzazione dell’evento.
Il saluto dell’assessore alla cultura del Comune di Roccella Jonica, Rossella Scherl, ha messo in evidenza un punto cruciale: la formazione dei tutori volontari è fondamentale. «Non basta la buona volontà per affrontare situazioni delicate come quelle che riguardano i minori non accompagnati. Serve una preparazione solida per supportarli nel loro percorso di integrazione, che va ben oltre l’accoglienza iniziale», ha dichiarato, sottolineando la necessità di un approccio professionale e consapevole.
Particolarmente toccante è stata la testimonianza di Concetta Gioffré, della Croce Rossa Italiana, che ha condiviso l’esperienza vissuta in prima linea durante l’accoglienza di migliaia di minori. Le sue parole hanno dipinto un quadro fatto di sfide, ma anche di grandi conquiste umane: «Abbiamo creato un modello di accoglienza che, partito dall’emergenza, si è trasformato in una realtà consolidata grazie alla sinergia con istituzioni e associazioni locali. Ogni incontro con questi giovani è una lezione di vita che arricchisce profondamente chi ha il privilegio di affiancarli».
Don Rigobert Elangui, rappresentante dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Locri-Gerace, ha offerto una prospettiva di grande respiro, ricordando come la migrazione sia un fenomeno naturale e universale. «L’altro non è una minaccia, ma un’opportunità. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare sono verbi fondamentali per costruire una società inclusiva e solidale», ha dichiarato, invitando tutti a riflettere sull’importanza di cambiare la narrazione attorno al fenomeno migratorio.
Nel proprio intervento Carmen Bagalà, direttrice della Caritas diocesana Locri-Gerace, ha sottolineato l’importanza di organizzare eventi di sensibilizzazione su ed evidenziato la necessità di costruire relazioni solide tra tutori, minori e strutture, evitando di «essere solo erogatori di una funzione legale».
Valentina Femia, del Comitato Riviera dei Gelsomini della Croce Rossa, e Rossella Scopacasa, assistente sociale della Cooperativa Pathos, hanno condiviso invece la loro esperienza di tutrici e del lavoro sul campo, suggerendo come superare i limiti oggi imposti dalla burocrazia.
Caterina Siviglia, membro dell’Associazione Tutori Volontari Calabria, ha parlato poi dell’importanza della rete di supporto, sottolineando come la vicinanza, anche solo emotiva, possa fare la differenza nel percorso di integrazione del minore.
Grande spazio è stato lasciato infine alle testimonianze dirette di giovani come Ahmed e Billo, che hanno raccontato il loro percorso di integrazione, mettendo in luce le difficoltà affrontate e i traguardi raggiunti grazie al supporto di tutori, educatori e operatori delle strutture di accoglienza. «Mi sento parte di una famiglia qui, grazie a chi mi ha aiutato a trovare la mia strada», ha condiviso Ahmed, ricordando come l’accoglienza ricevuta abbia rappresentato per lui una nuova possibilità di vita.
Le storie di questi ragazzi hanno trasmesso un messaggio potente: l’integrazione non è solo una meta da raggiungere, ma un percorso fatto di relazioni, di fiducia, di piccoli passi quotidiani. Ogni gesto di supporto, ogni parola di incoraggiamento, ogni opportunità offerta rappresenta un tassello fondamentale nella costruzione di un futuro migliore per questi giovani.
Le conclusioni del seminario hanno rafforzato la consapevolezza che solo attraverso una collaborazione stretta tra istituzioni, volontari e comunità si può fare davvero la differenza nella vita di tanti minori stranieri non accompagnati. L’impegno e la passione emersi dagli interventi dei relatori e delle testimonianze hanno dimostrato che la solidarietà è la vera forza di una società capace di accogliere e integrare e che l’accoglienza stessa non è solo un dovere, ma una straordinaria opportunità di crescita reciproca.