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«Vi racconto il mio Cammino di Fede»: a tu per tu con Don Gianluca Brusatore

Abbiamo avuto il piacere di dialogare con Don Gianluca Brusatore per scoprire di più sulla sua esperienza e sulle riflessioni che hanno dato vita al suo libro Prete per miracolo e ci ha raccontato volentieri del suo cammino, delle sfide incontrate lungo la via e della luce che ha trovato nella fede.
Come è nato il desiderio di scrivere un libro?
La scrittura è arrivata come un’esigenza naturale, quasi un prolungamento del mio cammino spirituale. La mia vita è cambiata profondamente grazie all’incontro con l’amore di Dio, e sentivo la responsabilità di condividere questa esperienza con gli altri. Scrivere il libro è stato un modo per raccontare la mia storia e, al contempo, offrire degli spunti di riflessione che potessero aiutare chi sta cercando un cammino di fede.
Nel libro parli della tua conversione avvenuta dopo un viaggio a Medjugorje.
Medjugorje è stato un incontro che ha risvegliato la mia fede in modo profondo. Prima di quel viaggio, ero un uomo che viveva la sua vita senza una consapevolezza vera del mistero di Dio. Ma lì, tra la gente, tra i luoghi di preghiera, ho sentito chiaramente che Dio mi chiamava a qualcosa di più grande. Quell’esperienza mi ha fatto comprendere che l’amore di Dio è un incontro personale e che, se ascoltato con il cuore, può davvero cambiare la vita di una persona.
Dopo questa esperienza, hai lasciato il tuo lavoro e intrapreso il cammino verso il sacerdozio.
Il momento decisivo è arrivato poco dopo il mio viaggio a Medjugorje. Sentivo una chiamata forte, una sorta di “necessità interiore” che mi spingeva ad abbandonare tutto per seguire una nuova strada. Non è stato facile: lasciare un lavoro stabile e la vita che conoscevo non è stata una scelta leggera. Ma una volta che ho preso la decisione, sono stato davvero tanto accompagnato da Gesù e da Maria nell’affrontare tutte le difficoltà che ho incontrato.
Nel libro, parli anche di peccato, preghiera e perdono.
Spero che il libro possa aiutare i lettori a vedere la fede come un cammino che inizia con l’ascolto di Dio e si sviluppa attraverso la preghiera, la riflessione e il perdono. Mi piacerebbe che chi lo legge possa capire che la vita cristiana non è un ideale lontano o irraggiungibile, ma un percorso quotidiano che, pur con le sue difficoltà, offre una pace e una gioia che il mondo non può dare. La preghiera è il momento in cui possiamo entrare in intimità con Dio e il perdono è la chiave per liberare il cuore da tutto ciò che impedisce di vivere pienamente.
Uno degli aspetti che emergono nel libro è la centralità dell’Eucaristia.
L’Eucaristia è il cuore della vita cristiana. In essa, noi partecipiamo al sacrificio di Cristo e riceviamo la Sua grazia. È il momento più profondo di comunione con Dio e con gli altri membri della Chiesa. Durante il mio cammino, ho imparato a comprendere sempre più profondamente la bellezza di questo sacramento e il dono che rappresenta. Non si tratta solo di un rito, ma di un incontro vivo con il Signore che nutre la nostra vita spirituale e ci trasforma dall’interno.
Come hai vissuto la morte di Papa Francesco?
È stato un momento profondamente toccante. Papa Francesco ha segnato un’epoca, non solo per la Chiesa, ma per l’umanità. La sua umiltà, il suo impegno per i più deboli, la sua capacità di parlare al cuore delle persone… quando è venuto a mancare, ho sentito come se fosse scomparso un punto di riferimento morale.
L’elezione del nuovo Papa ha suscitato molte reazioni. Qual è stata la tua?
Un misto di emozione e speranza. Ogni nuovo Pontefice rappresenta un momento di rinascita per la Chiesa. Ho subito voluto conoscere il suo percorso, capire da dove venisse, quali valori lo avessero guidato fino a quel momento.
E che impressione ti ha fatto?
Molto positiva. Mi ha colpito la continuità con l’approccio di Papa Francesco, soprattutto nella vicinanza alle periferie del mondo. Ma allo stesso tempo ho notato un’energia nuova, un desiderio forte di dialogo con i giovani e con chi si sente lontano dalla fede.
Siamo nel pieno del Giubileo. Come lo stai vivendo?
Con spirito di raccoglimento e partecipazione. A fine aprile sono stato a Roma con i ragazzi della mia parrocchia per partecipare al Giubileo degli adolescenti, ed è stata per tutti noi un’esperienza molto forte.
Un messaggio che desideri lasciare ai lettori in questo tempo è…?
Approfittiamo di questo anno di grazia per guardare dentro noi stessi, per rimettere al centro ciò che conta davvero: la preghiera e i sacramenti della Chiesa, l’amore, il perdono. Non serve essere perfetti, ma autentici. E poi basta avere tanta fiducia nel Signore, che ci vuole bene e sa qual è il nostro bene più autentico.
Cosa consiglieresti a chi sta vivendo un momento di crisi spirituale?
Il mio consiglio è di non arrendersi e di non avere paura di cercare. La fede è un cammino che può sembrare difficile, ma è anche un cammino di speranza. Se qualcuno sta attraversando una crisi, può essere un’occasione per avvicinarsi a Dio in modo nuovo, con umiltà e sincerità. Dio non ci lascia mai soli, anche nei momenti di oscurità. La preghiera, anche la più semplice, è un punto di partenza. E, se ci apriamo a Lui, Dio ci guiderà sempre, passo dopo passo.

Ilaria Solazzo

La pugliese Ilaria Solazzo risponde in pieno alla definizione di “multitasking”. Giovane donna, ha alle spalle mille differenti attività: la redazione di libri, una buona esperienza nel campo della grafica, la pubblicazione di vari testi e non solo! È anche appassionata di lettura (specie la fantascienza), moda, costume e poesia. È giornalista pubblicista, blogger… e tanto altro. Dal decennio di nascita - gli anni ‘80 - ha ereditato la passione per la televisione che, per lei, si incarna nel binomio Carrà/Cuccarini. Dinamica, professionale, seria, ama la vita a colori.

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