Costume e Società

Il “miracolo Deborah” al Salone del libro di Torino

Dall’Ufficio Stampa

Nel cuore del fervente Salone Internazionale del Libro di Torino, dove il dialogo culturale si intreccia con la celebrazione della parola scritta, un momento di grande intensità ha catturato l’attenzione di tutti i presenti, segnando una pausa significativa nel flusso di eventi che hanno animato la fiera. Il 19 maggio scorso, lo stand della Regione Calabria ha ospitato una performance che ha saputo coniugare arte, impegno civile, cinema e denuncia sociale. Un’esperienza emozionale senza precedenti, in cui la sofferenza si è trasformata in potente espressione artistica. Deborah – Ascoltami con gli occhi, questo il titolo dell’opera e già piccolo grande caso di un “miracolo” editoriale, ha preso vita grazie alla regista e protagonista Daniela Fazzolari, che ha portato sul palco una storia dolorosa, ma al tempo stesso vibrante di significato. L’opera multimediale ha messo in scena le tragedie vissute dalle donne vittime di violenza, dando forma a un linguaggio visivo e sonoro capace di trasportare il pubblico in un viaggio emotivo che ha scosso le coscienze. Al fianco di Fazzolari, i giovani attori Desirè Commisso, Cosimo Filopanti, Marika Ligato e Francesco Grillo hanno arricchito la performance con una coralità che ha amplificato il messaggio, donando allo spettacolo una potenza ancora maggiore. Il progetto è frutto della collaborazione con la Scuola Cinematografica della Calabria e diretto dal maestro Lele Nucera, e unisce cinema, teatro e arti visive in un’opera dalla qualità artistica straordinaria. Le musiche originali di Bruno Panuzzo hanno aggiunto un ulteriore valore alla performance, fondendo armonia e cinema in una narrazione sonora capace di avvolgere e coinvolgere il pubblico in modo profondo. In un contesto ricco di eventi e presenze illustri come Roberto Saviano, Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Red Canzian e Antonio Caprarica l’opera Deborah ha scelto di restare volutamente lontana dai riflettori, ma la sua essenzialità e il coraggio di affrontare una realtà dolorosa con sincerità hanno colpito nel profondo chi vi ha assistito. Tra i presenti, la figura di Laura Cassio, ex viceprefetto di Torino e attiva sostenitrice dei diritti umani, ha dato un ulteriore valore simbolico alla giornata. Le sue parole, piene di commozione, hanno sottolineato l’importanza di iniziative come questa, in grado di aspergere i semi del cambiamento, soprattutto tra le giovani generazioni. La giornata si è conclusa con un momento particolarmente toccante: la consegna del Premio Incontri Notevoli 2025 a Giovanni Firera, riconoscimento per il suo impegno nel mondo della comunicazione. A premiarlo è stato il professor Pietro Cremona, coautore del volume L’Antico Eremo di Prestarona, presentato anch’esso alla fiera. Il concerto finale di Bruno Panuzzo, che ha eseguito una versione personale di Yesterday dei Beatles, ha chiuso l’evento in un’atmosfera di riflessione e speranza, unendo passato e presente in un rito collettivo di memoria. Deborah – Ascoltami con gli occhi è il frutto di un lavoro corale che ha coinvolto un team di artisti, tecnici e professionisti, tra cui Antonella Roccisano, Simona Carrozza, Davide Locri, e numerosi collaboratori, come Rosanna Bombardieri (trucco e parrucco), Francesca Pasqualino (produzione), Annalisa Giannotta (casting) e Martina Zito (grafica), dimostrando come il talento femminile possa essere un motore potente di cambiamento e sensibilizzazione. In un’edizione del Salone che ha registrato oltre 231.000 presenze, l’opera Deborah ha dimostrato come l’arte del Sud Italia possa farsi portatrice di un messaggio universale, toccando il cuore senza necessità di urlare. Il prossimo appuntamento con questa potente opera è fissato per l’8 giugno a Roccella Jonica, all’Ex Convento dei Minimi, dove verrà arricchita da una mostra pittorica dell’artista Carmelita Caruso e una nuova esposizione dedicata ai Beatles. Un ritorno alle radici, ma con lo sguardo rivolto al futuro, un’occasione per riflettere sul valore della verità e del cambiamento attraverso l’arte. In un’epoca in cui il rumore spesso oscura la voce, Deborah si erge come un’opera che non si limita a intrattenere, ma educa, forma e lascia un segno indelebile nel tempo.

Redazione

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