Costume e Società

Concluso il progetto “Deborah” tra le colline di Prestarona

Una targa marmorea arrecante poche parole incise, ma cariche di enorme significato, sancisce la conclusione del progetto Deborah – Ascoltami con gli occhi, nato da un’idea del professore Pietro Cremona e divenuto, in meno di un anno, “una voce nazionale” contro la violenza di genere. Ma questa non è una conclusione. È un passaggio di testimone. Un simbolo permanente, scolpito nella pietra e nell’anima di una comunità che ha scelto di guardare in faccia il dolore, trasformandolo in un atto di bellezza e responsabilità. Quando nel 2024 Pietro Cremona ha dato avvio a questa iniziativa, difficilmente si sarebbe potuto immaginare il suo sviluppo: un’opera cinematografica, una colonna sonora originale, la partecipazione di un’intera comunità e persino il plauso del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha definito il progetto “di alto valore formativo e civile”. La forza di Deborah è stata proprio questa: partire da un piccolo centro calabrese e parlare a tutti, con il linguaggio dell’arte, dell’educazione e dell’impegno. Cinema, musica, parole e silenzi. Un progetto che ha saputo unire e mobilitare, oltre ogni retorica, scuotendo le coscienze. Il cuore pulsante del progetto è stato il film Deborah – Ascoltami con gli occhi, diretto e interpretato dalla celebre attrice Daniela Fazzolari, volto noto della scena cinematografica, teatrale e televisiva italiana. Il film è stato realizzato dagli Stagisti della Scuola Cinematografica della Calabria (a.a. 2024/2025), sotto la guida esperta di Lele Nucera, Demetrio Caracciolo e dello stesso Cremona. A dare profondità emotiva all’opera è stata la musica, in particolare la canzone Deborah, firmata e interpretata dal musicista Bruno Panuzzo, artista locrideo dalla visione sensibile e avanguardista. La sua composizione è diventata il leitmotiv emotivo dell’intero progetto. La cerimonia di chiusura si è svolta proprio a Prestarona, dove tutto è cominciato. Un luogo simbolico, ora segnato dalla presenza di una targa in marmo bianco, dedicata “al vivo ricordo di tutte le donne vittime di violenza di genere”. Una delle prime installazioni permanenti in Italia a commemorare un’opera artistica su questo tema. Con il patrocinio del Comune di Canolo “nel vivo ricordo di tutte le Donne vittime di violenza di genere, omaggiate sul territorio di Prestarona attraverso l’opera multimediale Deborah – Ascoltami con gli occhi. Canolo, settembre 2025.” Nessun discorso altisonante, nessuna cerimonia fastosa. Solo un flash mob carico di forza emotiva, eseguito da bambini e adolescenti, preparati dagli educatori Federica Orlando, Francesca Filippone, Lucia Rodinò e Domenico Siciliano. I giovani hanno danzato sulle note di Deborah, trasformando il dolore in movimento, l’assenza in testimonianza. A rappresentare le istituzioni locali c’erano il sindaco Francesco Larosa, il vice sindaco Vittorio Staltari, l’assessore alla cultura Francesca Cimieri, i consiglieri Serena Multari e Rosario Larosa e il presidente del Consiglio Comunale Domenico Filipponi. Tutti, nei loro interventi, hanno sottolineato come la cultura possa essere uno strumento efficace di prevenzione e coscienza civile, e come la bellezza non sia mai fine a se stessa, ma possa diventare architettura etica di una comunità. Il parroco Don Piero Romeo ha benedetto la targa, donando alla cerimonia un tono spirituale profondo, in linea con la sacralità della memoria e il rispetto per le vite spezzate. Al termine dell’evento, un volo di palloncini bianchi e rossi si è librato nel cielo di Prestarona. Ai piedi della targa, rose rosse sono state adagiate in silenzio. Piccoli gesti, ma eterni, come eterna deve essere la lotta contro ogni forma di abuso. A moderare l’incontro, Bruno Panuzzo, che ha definito l’intera giornata un «atto poetico collettivo», ricordando come «la memoria non ha bisogno di clamore, ma di cura». Con voce spezzata dall’emozione, Pietro Cremona ha ringraziato tutti i protagonisti del progetto: gli artisti, gli educatori, gli amministratori, ma soprattutto i ragazzi e le ragazze, vera anima di questa iniziativa. Il suo messaggio è stato chiaro: «Questa targa non chiude un capitolo. Lo apre. È una promessa scolpita, una chiamata generazionale. Perché il cambiamento si costruisce nel tempo, nei gesti, nelle relazioni. E oggi abbiamo seminato futuro». Deborah – Ascoltami con gli occhi non è stato solo un progetto culturale. È stato un percorso umano, sociale e comunitario, che ha saputo guardare in faccia il dolore, trasformarlo in arte, e consegnarlo al Paese come coscienza e memoria. Da Torino a Roccella, dai saloni della cultura alle contrade montane, questa iniziativa ha dimostrato che anche da un piccolo borgo della Locride può partire un messaggio capace di attraversare l’Italia. Oggi, quella targa a Canolo non è solo pietra. È voce. È ricordo. È speranza.

Redazione

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