Anche Reggio Calabria aderisce allo sciopero generale a sostegno di Gaza e della Flotilla

Di Davide Codespoti
La reazione della Marina israeliana, che come era prevedibile ha abbordato le navi della Global Sumud Flotilla e tratto tutti gli attivisti in arresto, non ha lasciato indifferente l’opinione pubblica italiana, anzi: già la sera del primo abbordaggio si sono formati sit-in di protesta che si sono trasformati in cortei spontanei che manifestavano contro l’inerzia del governo verso il genocidio del popolo palestinese compiuto a Gaza, mentre le maggiori sigle sindacali nazionali e confederali hanno indetto per il 3 ottobre uno sciopero generale nazionale, nonostante la denigrazione, la delegittimazione e le non tanto velate “minacce” da parte dei vertici governativi.
Anche la Calabria ha dato il suo contributo: nelle maggiori città della Regione (Reggio, Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e Cosenza) ci sono stati cortei di protesta e manifestazioni contro il massacro indiscriminato in Palestina, a cui hanno partecipato settori trasversali e intergenerazionali della società civile.
Erano presenti, infatti, lavoratori, sindacalisti, professionisti, studenti, pensionati, membri di associazioni di volontariato, dai più giovani ai più anziani; tutti uniti per gridare a gran voce la propria rabbia e indignazione verso l’ennesima arrendevolezza concessa al governo israeliano di estrema destra di Netanhyau, unita allo sfregio sprezzante dichiarato da Meloni, cui ha fatto eco il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini: se gli attivisti italiani prigionieri in Israele vogliono tornare in Italia verranno a spese loro, il governo non sborserà un euro.
Ma la risposta della società civile è stata diametralmente opposta a quella auspicata dall’esecutivo, sia nel pensiero sia nell’azione. Ecco quindi due testimonianze dirette dei partecipanti alla manifestazione del 3 ottobre a Reggio Calabria, che ha contato 10.000 persone.
La prima è un comunicato del presidente nazionale dell’AUSER Domenico Pantaleo, che recita:
Auser sostiene la decisione dello sciopero generale indetto dalla Cgil a sostegno della missione umanitaria Flotilla e per Gaza e si unisce alla mobilitazione per affermare il diritto dei popoli alla pace, alla giustizia e alla libertà, contro ogni forma di guerra e di oppressione. Condanniamo con fermezza l’aggressione dell’esercito israeliano contro le imbarcazioni civili della Flotilla dirette a Gaza, abbordate mentre trasportavano aiuti umanitari destinati alla popolazione palestinese. Per l’Auser noi ci siamo di Bovalino è la seconda protesta pacifica per il medesimo fine. Ricordiamo infatti che tempo addietro, proprio all’inizio della divulgazione di questo problema, l’associazione ha fatto una protesta marciando silenziosamente verso Piazza Marino, simbolo di Giustizia e Legalità. A tale manifestazione hanno aderito un gruppo cospicuo di persone. L’Auser sarà in piazza al fianco di tutte le realtà democratiche e pacifiste, perché fermare la guerra e l’oppressione è un dovere morale e civile che riguarda ciascuno di noi.
Alla manifestazione sindacale reggina era presente infatti anche una delegazione dell’Auser bovalinese, fautrice di un’iniziativa autonoma nel comune ionico della locride in estate proprio contro il massacro a Gaza, i cui volontari non hanno voluto neanche stavolta essere indifferenti a ciò che succede nel mondo.
La seconda testimonianza è quella di Francesca Gabriele, docente precaria e responsabile del Gruppo Abilitati e rimasti in seconda fascia e abilitati e a casa (che raggruppa gli idonei del concorso PNRR 1 e gli abilitati alla professione di docente secondo il corso selettivo ex-articolo 7, lasciati ingiustamente in seconda fascia), che ha detto:
Questa mattina in Calabria è accaduto qualcosa di meraviglioso: non solo perché abbiamo urlato “Gerusalemme libera!”, “Palestina libera!”, “Striscia di Gaza libera!”, ma perché a farlo sono stati i giovani, che ci hanno sorpreso a dir la verità; a mano a mano che a Reggio Calabria, nel corso principale dove è iniziato tutto, venivano ad aggiungersi e a cantare in maniera molto spontanea. Ecco, questi giovani sono il segno della speranza contro i soprusi e i genocidi, perché nel 2025 è assurdo assistere impassibili ed essere complici di quello che è accaduto nel Novecento. Man mano che avanzavamo verso la Prefettura, questi giovani cantando si sono guadagnati di diritto la prima fila del corteo: una cosa che, nella regione più povera d’Europa, è qualcosa di straordinario! Questo è un segnale di speranza per tutta la Calabria. A volte i miracoli accadono!
Francesca mette in luce specialmente la partecipazione giovanile alla manifestazione reggina, constatando che non vi era mai stato nulla di simile negli anni precedenti; dopodiché sottolinea il fatto di aver scelto di partecipare al corteo di Reggio in rappresentanza dei colleghi, meravigliandosi di trovare così ampia partecipazione sia dalla Locride che dalla Piana di Gioia Tauro (in particolare Cittanova e Taurianova), senza sottovalutare tuttavia la componente reggina. Infine, l’ultimo accorato appello che ha dato è in linea con il grido di una generazione che non trova ascolto o risposte: quando i giovani chiamano, bisogna mettersi sull’attenti!




