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Furto al PalaD’Andrea di Ravenna: delusione e rabbia per la Pallavolo OmiFer Palmi 

Dall’Ufficio Stampa

Essere in campo per difendere i propri colori, per la passione verso lo sport che si ama e, nel frattempo, subire un vile furto che ti priva dei tuoi beni, al di là del valore economico degli stessi. Sono passati giorni dal deplorevole episodio del PalaD’Andrea di Ravenna, ma non è venuto meno quel sentimento di rabbia misto a delusione che ha colpito dirigenza e gruppo squadra della OmiFer Palmi. Delusione dettata anche dal poco sostegno che la squadra del presidente Pino Carbone ha ricevuto nelle immediatezze e nei momenti successivi.
«Oltre al rammarico per aver subito questo furto dopo la partita, volevo evidenziare che nel 2025, in una gara di Serie A2, non è possibile che non ci fosse la presenza di almeno una pattuglia delle forze dell’Ordine. C’è stato detto che, in concomitanza, erano organizzati altri due grossi eventi in città che riguardavano anche le locali squadre di basket e calcio e la decisione sarebbe stata quella di spostare più forze negli altri due eventi» le parole di Carbone, che aggiunge: «Questo conferma che oggi c’è poca attenzione nei confronti del nostro sport. Pertanto, l’appello principale che faccio al mio Presidente, al nostro presidente della Federazione Italiana Pallavolo, è quello di farsi sentire, perché è necessario far capire, a tutti i livelli, che anche la pallavolo è uno sport dignitoso e, soprattutto, che fa grossi sacrifici per dare sostegno ai ragazzi. Si tratta, infatti, di uno sport costruttivo, di famiglia, che oggi, in Italia, è considerato il migliore al mondo dal punto di vista tecnico. Non è quindi concepibile, ripeto, che non ci fosse nessuno, nemmeno la vigilanza privata. In una partita tiratissima, davanti ad oltre duemila persone, durata 2 ore, i ladri hanno avuto la strada facile per fare quello che hanno fatto. Sarebbe bastato un minimo di controllo. Generalmente c’è una pattuglia, dei carabinieri o della polizia che, come avviene a Palmi, nel nostro piccolo palazzetto, sono sempre presenti ma, soprattutto, oltre a manifestare la loro presenza attraverso la visibilità, sono sempre in giro per verificare che ci possano essere degli eventi esterni alla manifestazione.»
«Mi rivolgo alle Istituzioni affinché ci possa essere un controllo maggiore per dare effettivo sostegno ai tanti sacrifici che le società e anche gli atleti stessi fanno e avere quel giusto riconoscimento come ce l’ha il calcio, come ce l’ha il basket, come ce l’hanno gli altri sport, come è giusto che sia. Lo sport è unico, non ci può essere uno sport migliore o inferiore o uno più interessante o meno interessante.
Non si può ritenere una cosa normale, nel 2025, che in maniera indisturbata piccoli teppisti siano riusciti a entrare all’interno del palazzetto, fare il loro comodo e andar via. Voglio anche ringraziare la pattuglia giunta dopo che erano successi i fatti e che ci è stata accanto anche quando un nostro giocatore era riuscito a far geo localizzare il suo telefonino e giungere nel luogo indicato fino a ritrovarlo. Senza nulla togliere alla bravura e alla disponibilità che hanno dato i due carabinieri, non penso sia normale che dei ragazzi, che non hanno voluto accettare quanto subito, debbano essere loro a trovare chi li ha derubati con tutto il rischio che ciò comporta. Per questo sono stati poi richiamati da me per ritornare via da quella zona poco raccomandabile.»
Chiosa: «Aggiungo solo una cosa che riguarda la società del volley Ravenna: c’è stata una manifestazione di solidarietà da parte dei tanti addetti ai lavori, ma nessuno si è premurato di chiedere se avessimo bisogno di qualcosa o cosa potessero fare per noi. No, hanno soltanto detto che era la prima volta in 35 anni che succedeva una cosa del genere, che dispiaceva loro ma non sapevano come potesse essere successo. Questa freddezza verso una squadra che arriva da 1.300 chilometri di distanza mi sembra poca cosa. Avrei immaginato, come avremmo fatto sicuramente noi, il mettersi un po’ a disposizione su quelle che potevano essere anche le esigenze primarie, anche solo per parvenza: “Avete bisogno di qualcosa? Vi serve che vi anticipiamo qualcosa? Vi accompagniamo in albergo?” Niente di tutto questo è avvenuto. Di questo me ne dolgo, perché questo rapporto freddo è lontano da quelli che sono i valori che ci saremmo aspettati di riscontare in una situazione del genere.»

Redazione

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