Un viaggio tra storia e natura per gli studenti del Polo Liceale di Locri

Una giornata intensa e coinvolgente ha visto protagonisti gli studenti delle seconde classi del Polo Liceale Zaleuco – Oliveti – Panetta – Zanotti, diretto dalla Dirigente Carmela Rita Serafino. Nelle giornate dell’11, 12, 13 e 14 marzo, gli studenti si sono recati in visita a Bova e Pentedattilo, due borghi simbolo della storia e della cultura della Calabria, accompagnati dai loro docenti.
Il viaggio ha avuto inizio nel suggestivo borgo di Pentedattilo, un luogo che sembra uscito da un set cinematografico e che conserva un’atmosfera sospesa nel tempo. Qui i ragazzi hanno approfondito la storia della Strage degli Alberti, un drammatico episodio del Cinquecento che ha segnato profondamente la comunità.
Tra le tappe più significative della visita vi è stata la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, menzionata già nel 1310 tra le quattro chiese protopapali della zona. Nel 1655 l’arciprete Domenico Toscano di Bova si occupò del suo restauro, dopo il passaggio dal rito greco al rito latino, mentre alla fine dell’Ottocento Zema e Malavenda ne consolidarono la struttura e la impreziosirono.
All’interno della chiesa, i ragazzi hanno potuto ammirare un’acquasantiera e una fonte battesimale del XVII secolo, oltre a una lapide sepolcrale marmorea del 1627 appartenente al marchese Don Giuseppe Alberti. Un alone di mistero avvolge la pala d’altare del XVII secolo attribuita a Giovan Battista Caracciolo, detto il Battistello, trafugata nel 1972 e mai più ritrovata.
Dopo Pentedattilo, gli studenti hanno raggiunto Bova, un borgo incastonato tra le rocce dell’Aspromonte, noto per la sua tradizione grecanica. Qui, ancora oggi, si parlano parole antiche e si gustano specialità tipiche come la lestopitta, una focaccia senza lievito dal sapore autentico.
All’arrivo, i ragazzi sono stati accolti dall’iconica locomotiva a vapore, simbolo del legame tra Bova e la storia ferroviaria italiana. Percorrendo il borgo, hanno scoperto le antiche fortificazioni medievali, erette dopo gli assedi saraceni del IX secolo, e le porte turrite con la Torre Normanna, che rappresentavano l’accesso al paese.
Salendo verso l’acropoli, si sono ritrovati davanti ai principali edifici storici: la Cattedrale, il Palazzo Vescovile e vari palazzi nobiliari, fino ai ruderi del Castello Normanno, che dominano il paese da uno sperone roccioso.
Tra le tappe più significative della visita, le chiese di San Leo, con la Cappella delle Reliquie, del Carmine e dell’Immacolata, testimoni della profonda devozione locale. Passeggiando tra le vie del borgo, i ragazzi hanno ammirato i particolari intagli scolpiti sulle facciate dei palazzi nobiliari, frutto dell’abilità degli scalpellini locali. Tra i più maestosi, Palazzo Mesiani-Mazzacuva, Palazzo Nesci Sant’Agata e Palazzo Tuscano.
Gli studenti hanno poi intrapreso un percorso affascinante lungo il Sentiero della Civiltà Contadina, ideato da Saverio Micheletta. Qui hanno potuto osservare gli strumenti della cultura contadina calabrese: macine di mulino ad acqua e a trazione animale, torchi e presse per il frantoio, palmenti per la pigiatura dell’uva e strumenti per l’estrazione dell’essenza di bergamotto. Un’esperienza immersiva che ha permesso loro di riscoprire le tradizioni e i mestieri del passato.
La giornata si è conclusa con la visita al Museo della Lingua Greco-Calabra Gerhard Rohlfs, inaugurato il 21 maggio 2016 grazie alla collaborazione tra il Parco Nazionale dell’Aspromonte e gli enti locali. Il museo è suddiviso in sei sale, ognuna dedicata a studiosi che hanno approfondito il patrimonio linguistico della minoranza grecanica.
Qui, gli studenti hanno potuto esplorare documenti e fotografie storiche, ascoltare installazioni audio-visive che riproducono la lingua grecanica, un idioma che affonda le sue radici nei tempi di Omero, e approfondire, nella sala Franco Mosino, il percorso millenario della lingua greco-calabra, dalle origini classiche fino alle influenze bizantine e alle dominazioni successive.
Questa visita ha offerto agli studenti un’immersione straordinaria nella storia, nella cultura e nelle tradizioni della Calabria. Come scriveva Anselmo Bucci: “Se vai in Calabria sentirai che c’è un odor di Calabria, come c’è un odore di neve, come c’è un odor di sole.”
Un viaggio che ha lasciato nei ragazzi curiosità, emozione e consapevolezza delle radici del proprio territorio.