Attualità

I tre anni che hanno cambiato la politica italiana

Quel che Nessuno vi ha detto

Bentornati a Quel che Nessuno vi ha detto, rubrica con la quale analizziamo eventi storici avvenuti nella data di pubblicazione, valutandone le implicazioni e le conseguenze che ancora oggi influenzano la società contemporanea.
Tre anni fa Giorgia Meloni vinceva le elezioni politiche guidando Fratelli d’Italia al primo posto tra i partiti italiani. Da allora, la leader della destra post-berlusconiana è diventata la prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio nella storia repubblicana.
Il governo di Meloni è stato politico fin dall’inizio, con una maggioranza coesa su valori conservatori, sovranismo ed economia liberale sociale. Il suo stile decisionista e accentrato, sostenuto da una riforma costituzionale per rafforzare il premierato, ha cambiato gli equilibri del centrodestra italiano. Meloni ha imposto la sua leadership sugli alleati, rendendo Fratelli d’Italia il nuovo centro della coalizione, mentre Lega e Forza Italia hanno perso influenza.
Il progetto più ambizioso del Governo, l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, è in corso e ha polarizzato il dibattito pubblico. L’autonomia differenziata è stata formalizzata con alcune Regioni del Nord, mentre la riforma della giustizia è avanzata solo parzialmente, inclusa l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio.
Il contesto economico in cui il governo ha operato è stato segnato da fattori esterni determinanti: la fine della pandemia, la guerra in Ucraina e il rallentamento della crescita globale. Tuttavia, alcune scelte del governo hanno inciso sui risultati ottenuti.
L’inflazione è scesa rapidamente, attestandosi all’1,7% nel 2025, grazie anche al calo dei prezzi energetici. Il mercato del lavoro ha mostrato segnali incoraggianti: la disoccupazione è scesa al 6%, l’occupazione femminile ha raggiunto il record storico del 53,5% e il numero complessivo degli occupati ha superato i 24 milioni.
Ma la crescita del PIL è rimasta tra le più basse d’Europa, con un modesto +0,5% nel 2024 e previsioni simili per il 2025. Il debito pubblico è ancora sopra il 134% del PIL, mentre il tenore di vita medio — misurato in PIL pro capite — resta sotto la media dell’Eurozona.
In ambito sociale, il provvedimento simbolo è stata l’abolizione del Reddito di cittadinanza, sostituito da un Assegno di Inclusione più ristretto e orientato al lavoro. Le politiche famigliari sono state potenziate, tuttavia, il Superbonus edilizio è stato smantellato, e molti interventi promessi, come la flat tax generalizzata o la riforma degli ammortizzatori sociali, sono rimasti annunciati.
Secondo un fact-check indipendente, solo il 21% delle promesse elettorali principali risulta mantenuto. Il resto è ancora in corso d’opera o è stato rivisto per ragioni di sostenibilità finanziaria o vincoli europei.
In un Paese con tensioni migratorie, Meloni ha implementato una strategia di dissuasione e controllo con decreti interni e accordi internazionali. L’accordo con l’Albania per gestire i migranti all’estero e le nuove regole per le ONG hanno ridotto gli sbarchi del 61% rispetto al 2023. Tuttavia, le rotte migratorie si sono spostate verso Grecia e Spagna, indicando un controllo parziale del fenomeno.
In ambito sicurezza, sono stati approvati provvedimenti per l’inasprimento delle pene per reati urbani e contro il decoro pubblico, e norme restrittive su cannabis light, rave e occupazioni.
Meloni non ha stravolto i fondamentali della politica estera italiana, confermando l’alleanza con la NATO, il sostegno all’Ucraina e la linea europeista. Ha ribadito il legame con Bruxelles, pur criticando alcune politiche ambientali e migratorie dell’UE.
Sul fronte mediorientale, l’Italia ha inizialmente sostenuto Israele contro Hamas, per poi spostarsi su posizioni più equilibrate, criticando le azioni militari a Gaza come “sproporzionate” e annunciando possibili sanzioni. In sede ONU, Meloni ha invocato una revisione delle convenzioni sull’asilo, considerate inadeguate ai tempi e spesso manipolate da interpretazioni ideologiche.
Sul fronte commerciale, il 2023 ha segnato un avanzo record nella bilancia estera (+34,5 miliardi di euro), con una buona performance dell’export anche nel Mezzogiorno. Tuttavia, l’Italia è stato l’unico tra i grandi Paesi NATO a ridurre la spesa per la difesa, elemento che potrebbe sollevare frizioni con gli alleati nei prossimi anni.
Il governo Meloni ha riposizionato ideologicamente e simbolicamente il centrodestra italiano, usando un linguaggio istituzionale per mantenere la base elettorale e attrarre i moderati, diventando un interlocutore credibile a livello internazionale. Tuttavia, questa trasformazione è fragile, con un consenso alto ma variabile a seconda dei risultati economici e della stabilità sociale. Gli alleati europei osservano attentamente, mentre le opposizioni, sebbene divise, continuano a contestare le tendenze autoritarie e la visione selettiva dei diritti del governo.
Tre anni dopo quel 25 settembre, il governo Meloni è una realtà con successi e fallimenti, promesse mantenute e obiettivi rimandati. Il tempo e il voto determineranno il giudizio finale. Ma quella data ha segnato una svolta nella politica italiana, e le sue conseguenze influenzano ancora il presente.

Foto da Quirinale.it, Attribution

Oὐδείς

Oὐδείς (pronuncia üdéis) è il sostantivo con il quale Ulisse si presenta a Polifemo nell’Odissea di Omero, e significa “nessuno”. Grazie a questo semplice stratagemma, quando il re di Itaca acceca Polifemo per fuggire dalla sua grotta, il ciclope chiama in soccorso i suoi fratelli urlando che «Nessuno lo ha accecato!», non rendendosi tuttavia conto di aver appena agevolato la fuga dei suoi aggressori. Tornata alla ribalta grazie a uno splendido graphic novel di Carmine di Giandomenico, la denominazione Oὐδείς è stata “rubata” dal più misterioso dei nostri collaboratori, che si impegnerà a esporre a voi lettori punti di vista inediti o approfondimenti che nessuno, per l’appunto, ha fino a oggi avuto il coraggio di affrontare.

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