«Alberto Sordi? Il volto eterno della romanità»

Alberto Sordi è una figura iconica per i romani, simbolo della romanità e dell’ironia che caratterizzano la città. Attore, regista e sceneggiatore, ha interpretato con maestria la realtà sociale e culturale di Roma, divenendo uno dei pilastri del cinema italiano. Per i romani Sordi non è solo un attore, ma un vero e proprio amico di casa, un volto familiare che ha saputo raccontare le sfumature della vita quotidiana, dalla commedia alla critica sociale.
Il suo personaggio più celebre, il romano medio, rappresenta un tipo umano capace di divertire ma anche di far riflettere sulla propria condizione. La sua capacità di miscelare comicità e malinconia ha conquistato il cuore del pubblico capitolino, che si riconosce nelle sue battute, nei suoi gesti e nel suo modo di vedere il mondo. Sordi ha narrato Roma con un amore profondo, senza mai rinunciare all’ironia e alla satira, diventando il simbolo di una città che, pur cambiando, mantiene inalterato il suo spirito.
Oggi, a Roma, Sordi è ancora ricordato con affetto e rispetto, tanto che molti dei suoi film sono considerati parte della memoria collettiva della capitale. Un omaggio al suo talento e al suo legame con la città è rappresentato dall’intitolazione a lui dedicata di una galleria storica, dall’altro lato della strada rispetto a Palazzo Chigi, nel cuore pulsante dell’Urbe.
Di questo e tanto altro abbiamo parlato con Alberto Raffaelli, romano e ideatore del gruppo Facebook Segnalazioni letterarie, autore di saggi specialistici di letteratura italiana e appassionato conoscitore del grande Alberto Sordi. Un’occasione per esplorare il legame indissolubile che unisce l’attore alla città di Roma e per scoprire come la sua arte abbia influenzato il cinema e la cultura italiana.
Parliamo di un tema che sicuramente le sta molto a cuore: Alberto Sordi, un’icona della cultura italiana e romana. Come lo definirebbe in poche parole?
Alberto Sordi è stato molto più di un semplice attore. Lo si può definire un narratore, un interprete della società italiana, soprattutto della Roma del suo tempo. Ha raccontato con umorismo e profonda conoscenza della vita quotidiana le sfumature dell’italiano medio, trasformandosi in un riflesso dei nostri pregi e difetti. Un artista che è riuscito a coniugare la comicità con una grande introspezione sociale.
In effetti, Sordi ha saputo unire l’ironia a una critica sottile. Ma se parliamo di libri, sappiamo che gli sono state dedicate opere da molti scrittori e studiosi. Quali sono, secondo lei, i più significativi?
Difficile scegliere in una bibliografia vastissima. Chiedendo venia agli esclusi, Alberto Sordi. La biografia, la carriera artistica, le critiche e le foto di tutti i suoi film di Claudio G. Fava offre una visione completa della sua carriera e della sua personalità. Sulla stessa linea Alberto Sordi di Alberto Anile, Alberto Sordi di Maurizio Porro (contenente anche una lunga intervista, testimonianze e altro), Albertone di Silvana Giacobini sono solo alcuni dei titoli che possono far approfondire la conoscenza di questo mostro sacro del nostro cinema.
Molti di questi libri, come giustamente sottolinea, mettono in luce anche l’aspetto di Sordi come persona. Ma in quale modo la sua figura ha influenzato il panorama culturale italiano?
Sordi ha avuto un impatto profondo non solo sul cinema, ma anche sulla cultura popolare. Le sue interpretazioni sono diventate un linguaggio, una chiave di lettura per comprendere l’evoluzione della nostra società. Nonostante fosse un maestro della comicità, con una capacità incredibile di far ridere, non ha mai avuto paura di affrontare temi seri, come le contraddizioni e i paradossi del nostro vivere quotidiano. Inoltre, la sua capacità di muoversi tra commedia e dramma ha aperto le porte a una nuova dimensione artistica per il cinema italiano, spesso in bilico tra leggerezza e riflessione.
Proprio questa sua capacità di passare dalla comicità a forme più meditative, che possiamo definire romanesco universale, ha fatto sì che Sordi fosse amato da tutte le generazioni. Cosa pensa della sua eredità oggi?
Credo che l’impronta di Sordi sia qualcosa che non perderà mai la sua freschezza. Le nuove generazioni continuano a scoprire i suoi film, e questo dimostra quanto il suo linguaggio e il suo sguardo sulla vita siano senza tempo. Attraverso i suoi film la sua figura vive e continua a parlarci.
La sua figura è un simbolo di Roma, non solo come attore ma anche come uomo. Cosa rappresenta Sordi per i suoi concittadini ai nostri tempi?
Per noi romani Alberto Sordi è un’istituzione, è come uno di famiglia. La sua Roma è quella che tutti noi riconosciamo, fatta di risate, ma anche di una certa malinconia. È riuscito a rendere Roma un personaggio a sé stante nei suoi film, con i suoi vicoli, le sue piazze, la sua gente. Nonostante fosse un uomo di successo internazionale, Sordi è sempre rimasto legato alla sua città, a quella sua romanità che lo rendeva tanto universale quanto vicino a chi lo amava. La sua capacità di raccontare la realtà con ironia e verità è ciò che lo rende ancora oggi un simbolo per i romani ma anche per tutti gli italiani.