Porto di Gioia Tauro e legalità a Reggio Calabria: due temi centrali nel dibattito politico locale

Reggio Calabria si trova al centro di due questioni di grande rilevanza: da un lato, il sostegno al lavoro dell’Ammiraglio Andrea Agostinelli nella gestione del Porto di Gioia Tauro; dall’altro, le polemiche sulla posizione del consigliere comunale Massimo Ripepi, condannato in primo grado.
Sostegno al lavoro dell’Ammiraglio Agostinelli per lo sviluppo del Porto di Gioia Tauro
«Esprimo sostegno e fiducia nel lavoro svolto in questi anni dal Presidente dell’Autorità di sistema portuale di Gioia Tauro, ammiraglio Andrea Agostinelli». Con queste parole, il consigliere comunale di Italia Viva, Giovanni Latella, ha voluto ribadire l’importanza dell’operato dell’Ammiraglio, sottolineando come il porto sia diventato uno dei più importanti a livello europeo grazie a un impegno costante e competente.
Latella ha posto l’accento sulla necessità di sostenere l’attività dell’Ammiraglio Agostinelli, evidenziando il ruolo strategico del retroporto come volano per l’occupazione giovanile e lo sviluppo economico della Calabria. «Il retroporto potrebbe diventare un polo di sviluppo fondamentale per l’occupazione giovanile, in grado di attrarre investimenti e creare nuove opportunità di lavoro. Questo connubio tra le attività portuali e quelle del retroporto ha una grande potenzialità di essere un vettore di miglioramento sociale, economico e occupazionale per tutta la Regione» ha dichiarato il consigliere.
La richiesta di dimissioni per Massimo Ripepi: una questione di etica e legalità
Parallelamente al dibattito sul porto, la politica reggina si trova ad affrontare un’altra questione delicata: la posizione del consigliere comunale Massimo Ripepi, condannato in primo grado. I consiglieri della maggioranza di Palazzo San Giorgio hanno espresso forte preoccupazione per il peso morale e istituzionale di questa condanna, affermando che “un soggetto condannato per gravi reati non può continuare a guidare un organismo consiliare che si occupa di verificare il rispetto della legalità all’interno dell’amministrazione della cosa pubblica”.
Pur ribadendo il proprio garantismo, la maggioranza non chiederà le dimissioni di Ripepi da consigliere comunale, ma sottolinea con forza come “un consigliere sul quale pende una condanna di questo tipo non possa rappresentare alcuna garanzia, né tantomeno un controllo, sugli atti della pubblica amministrazione”. La richiesta è chiara: “Ripepi deve quindi presentare le proprie dimissioni, con effetto immediato, da presidente della Commissione Controllo e Garanzia”.
Nel caso in cui ciò non dovesse avvenire, i consiglieri annunciano la loro indisponibilità a partecipare alle riunioni di una Commissione ormai delegittimata e priva di credibilità.
Due temi, quello dello sviluppo economico e della legalità, che continuano a segnare il dibattito politico di Reggio Calabria, evidenziando la necessità di guide solide e credibili per il futuro della città e del suo territorio.




