Politica

Servono “Parole di Pace” per ridurre l’astensione

Di Rosario Sergi – Consigliere Nazionale del Partito Repubblicano Italiano (già Sindaco di Platì)

Si è tenuto, martedì 28 ottobre, a Roma, nella cornice istituzionale della Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, il 26º Convegno Pomeriggi Popolari a Montecitorio. L’evento, organizzato dal Think Tank Parole Guerriere di Diego Antonio e Dalila Nesci, ha acceso i riflettori su una delle questioni più urgenti del panorama politico italiano e non solo: l’astensionismo.
Il convegno, dal titolo evocativo Perché le persone non votano? Apocalittici e (dis)integrati, si è concentrato sulle radici profonde del disinteresse civico e sulla necessità di trovare “Parole di Pace” capaci di rigenerare fiducia e senso nella partecipazione democratica.
Il dibattito ha visto la partecipazione di figure di spicco provenienti da mondi diversi, dalla politica al giornalismo, dalla filosofia all’educazione, garantendo una visione olistica della crisi della democrazia. Tra gli intervenuti figuravano: il giornalista e scrittore Tommaso Cerno, il filosofo e saggista Igor Sibaldi, l’educatore Franco Nembrini, i deputati Wanda Ferro ed Ettore Rosato, e l’ex ministro Giuseppe Fioroni.
La tematica ha attraversato i confini della mera analisi politica, esplorando le dimensioni psicologiche, culturali e sociali che portano il cittadino a sentirsi “disintegrato” rispetto alle istituzioni.
Abbiamo partecipato all’incontro, seguendo con attenzione tutti gli interventi, con particolare riguardo all’on. Giuseppe Fioroni che ha auspicato al più presto la fine del “Rosatellum”.
Pur focalizzato sull’astensionismo, il convegno ha inevitabilmente toccato la questione degli strumenti legislativi che governano la democrazia. Riguardo a ciò, siamo convinti sulla necessità di riformare il sistema di voto.
Ribadendo la necessità della partecipazione attiva dei Cittadini al voto riteniamo che, sul tema della legge elettorale, l’antidoto diretto alla sfiducia sia un problema che può essere affrontato e risolto.
Il problema del non voto è in gran parte un problema di rappresentanza percepita. Il cittadino non vota quando sente che il suo voto è una goccia in un mare di tecnicismi che non portano a un risultato chiaro e direttamente imputabile. Per ricucire lo strappo con gli elettori, la legge elettorale deve essere una priorità. Abbiamo bisogno di un sistema che sia cristallino, facilmente comprensibile e che soprattutto garantisca una forte aderenza tra il voto espresso e la persona che viene eletta. Sistemi complessi generano sospetto e distacco. Rimettere al centro la chiarezza e la preferenza diretta è l’unica via per ridare all’elettore la consapevolezza di avere un potere reale, non solo formale, sul destino della nostra Nazione.

Redazione

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